Un sistema pensionistico misto per ottenere gli attuali assegni Inps
Nello scorso aprile si � aperta la seconda finestra di pensionamento dell�anno per i lavoratori che hanno raggiunto i requisiti di anzianit� o di vecchiaia, ossia per tutte quelle persone che hanno raggiunto 40 anni di attivit� lavorativa oppure 65 anni di et� per gli uomini o 60 anni per le donne. Il lavoratore dipendente con 65 anni di et� oppure 40 anni di contributi, che � andato in pensione lo scorso aprile, si vedr� corrispondere dall�Inps, secondo i numeri del Ministero dell�economia, un assegno pari all�80% dell�ultimo stipendio. Immaginiamo, quale sar� la situazione previdenziale del figlio venticinquenne, che inizia a lavorare proprio in quest�anno. Secondo le stime del Ministero, aggiornate agli andamenti demografici e macroeconomici del 2009, nel 2050, con 40 anni di contributi previdenziali e con una crescita economica annua pari all�1-1,5%, si potr� contare su un assegno Inps pari al 60-65%. Rimanendo ai dati della Ragioneria dello Stato, da oggi al 2050 la pensione pubblica si ridurr� di una percentuale tra il 20 e il 30%. Questa proiezione fa riferimento ad un lavoratore che ha versato, senza mai perdere il posto di lavoro, per 40 anni i contributi, inoltre non � stato considerato il problema della perdita del potere d�acquisto delle pensioni. Facendo riferimento ai seguenti dati, bisogna sottolineare l�importanza per le nuove generazioni, delle forme di previdenza integrativa. Solo la combinazione tra pensione obbligatoria e pensione integrativa consentir� di ottenere una prestazione previdenziale sui livelli attuali. Questo modello previdenziale viene definito misto, in base al quale a un sistema pubblico a ripartizione si affianca un sistema integrativo a capitalizzazione, in forma sia collettiva che individuale. Ovviamente parlando di previdenza integrativa, si apre il grande problema che interessa ogni lavoratore, ossia quale fondo scegliere (aperto o chiuso), quale linea individuare (monetaria, obbligazionaria, azionaria), che importi versare. Approfondiremo i seguenti aspetti nei successivi articoli.
Sostieni il Tacco d’Italia!
Abbiamo bisogno dei nostri lettori per continuare a pubblicare le inchieste.
Le inchieste giornalistiche costano.
Occorre molto tempo per indagare, per crearsi una rete di fonti autorevoli, per verificare documenti e testimonianze, per scrivere e riscrivere gli articoli.
E quando si pubblica, si perdono inserzionisti invece che acquistarne e, troppo spesso, ci si deve difendere da querele temerarie e intimidazioni di ogni genere.
Per questo, cara lettrice, caro lettore, mi rivolgo a te e ti chiedo di sostenere il Tacco d’Italia!
Vogliamo continuare a offrire un’informazione indipendente che, ora più che mai, è necessaria come l’ossigeno. In questo periodo di crisi globale abbiamo infatti deciso di non retrocedere e di non sospendere la nostra attività di indagine, continuando a svolgere un servizio pubblico sicuramente scomodo ma necessario per il bene comune.
Grazie
Marilù Mastrogiovanni
------
O TRAMITE L'IBAN
IT43I0526204000CC0021181120
------
Oppure aderisci al nostro crowdfunding