Pesca abusiva di ricci. Sequestro della Guardia costiera

Pescatori di ricci sprovvisti di licenza. E filetti di una specie ittica non identificata, venduti per cernia. Intensa attività per la Guardia costiera di Gallipoli

Negli ultimi giorni è continuata l’azione di vigilanza e controllo sulle attività di pesca e rivendita dei prodotti alimentari ittici nell’ambito del compartimento marittimo di Gallipoli, con sequestri di ricci e filetti di cernia preconfezionati congelati. Nello specifico, in Lecce la Guardia costiera di Gallipoli ha comminato una sanzione pecuniaria di 2000 euro ad un pescatore abusivo, sprovvisto di relativa licenza di pesca, che vendeva su una bancarella improvvisata una gran quantità di ricci in prossimità di viale della Repubblica, mentre un altro pescatore dilettante è stato multato con 1000 euro al rientro da una battuta di pesca in località Porto Cesareo, poiché colto in flagranza nella cattura illecita di ricci oltre la quantità giornaliera stabilità di 50 unità. Gli oltre 1000 ricci di mare così recuperati sono stati sequestrati e restituiti al mare, in quanto ancora vivi, salvaguardando così l’integrità della risorsa marina. Presso un grossista di Taviano, invece, i militari della Guardia Costiera di Gallipoli, durante un controllo di routine, hanno sequestrato oltre 25 kg di filetti di cernia congelati, destinati al dettaglio e alla ristorazione, in quanto dall’esame veterinario sono risultati palesemente derivanti da tutt’altra specie ittica, in corso di identificazione genetica presso l’ Istituto Zooprofilattico che ne determinerà a breve la specie esatta mediante esame del dna. I suddetti filetti risultavano inoltre infestati da parassiti animali, nocivi per la salute umana, il che ha fatto scattare la denuncia a carico del grossista per cattivo stato di conservazione ed inidoneità al consumo umano di prodotto alimentare oltre che per la classica frode in commercio. L’attività d’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Lecce, ha altresì permesso agli investigatori della Guardia costiera di risalire al fornitore originario della partita alimentare, individuato in una grossa ditta spagnola e l’informativa è stata così diffusa, tramite il Centro Controllo Nazionale Pesca istituito presso il Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto, a tutti gli altri analoghi comandi nazionali della Guardia costiera al fine di rintracciare il prodotto distribuito su tutto il territorio nazionale onde procedere al suo completo ritiro dalla pubblica vendita.

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