Boc, un affare sbagliato

Per il professor Curachi, il consulente tecnico nominato dal sindaco Perrone, l'operazione non porterebbe alcun vantaggio al Comune

Quella dei Boc, i Buoni obbligazionari comunali, non è stato un buon affare per il Comune di Lecce. A sostenerlo è il professor Paolo Cucurachi, SDA Professor e Professore ordinario di Economia degli intermediari finanziari nell'Università del Salento, nominato consulente dal sindaco Perrone per verificare le circostanze per un eventuale rinegoziazione del contratto di Boc e dei contratti derivati. Nella relazione tecnica consegnata dall’illustre docente, non emergerebbe dall’operazione alcun vantaggio per le casse di Palazzo Carafa. Quella dei buoni obbligazionari, aggiudicati nel 2005 dal gruppo Deutsche Bank per 100 milioni di euro, non fu dunque quel capolavoro di finanza creativa tanto decantata dall’ex dirigente del servizio economico finanziario del capoluogo salentino: Giuseppe Naccarelli. E’ stato lo stesso Cucurachi a suggerire al sindaco di rinegoziare la vendita dei buoni, una misura necessaria ad evitare ripercussioni sulla situazione finanziaria del Comune. Sulla vicenda indaga anche la Procura di Lecce, in un fascicolo che è in parte scaturito dall’inchiesta condotta dal sostituto procuratore Marco D’Agostino (ora a Trani). Il procuratore aggiunto Antonio De Donno e gli uomini del Nucleo Tributario della Guardia di Finanza sono al lavoro per accertare eventuali responsabilità e convenienze imputabili al consulente giuridico dell’ex sindaco Poli Bortone, Massimo Buonerba e dell’allora assessore Ennio De Leo. Un’inchiesta che per attori, copione e location ricorda molto da vicino quella di via Brenta e che rischia di riscrivere la storia della passata amministrazione comunale.

Sostieni il Tacco d’Italia!

Abbiamo bisogno dei nostri lettori per continuare a pubblicare le inchieste.

Le inchieste giornalistiche costano.
Occorre molto tempo per indagare, per crearsi una rete di fonti autorevoli, per verificare documenti e testimonianze, per scrivere e riscrivere gli articoli.
E quando si pubblica, si perdono inserzionisti invece che acquistarne e, troppo spesso, ci si deve difendere da querele temerarie e intimidazioni di ogni genere.
Per questo, cara lettrice, caro lettore, mi rivolgo a te e ti chiedo di sostenere il Tacco d’Italia!
Vogliamo continuare a offrire un’informazione indipendente che, ora più che mai, è necessaria come l’ossigeno. In questo periodo di crisi globale abbiamo infatti deciso di non retrocedere e di non sospendere la nostra attività di indagine, continuando a svolgere un servizio pubblico sicuramente scomodo ma necessario per il bene comune.

Grazie
Marilù Mastrogiovanni

SOSTIENICI ADESSO CON PAYPAL

------

O TRAMITE L'IBAN

IT43I0526204000CC0021181120

------

Oppure aderisci al nostro crowdfunding

Leave a Comment