Lecce perde qualità e posizioni

Nella classifica della qualità della vita nelle provincie italiane de “Il Sole 24 ore”, Lecce è solo 98°

Quella che traspare, nella ventesima edizione dell'indagine sulla qualità della vita nelle province realizzata da “Il Sole 24 Ore” e pubblicata ieri, è una clamorosa bocciatura per Lecce. Il capoluogo salentino perde, infatti, ben dieci posizioni, precipitando al 98° posto (su 107), dietro a Brindisi e Bari (rispettivamente 86° e 92°) e appena sopra Foggia, staccata di una sola posizione. Poco più giù troviamo Taranto, al 101° posto. L’indagine del prestigioso quotidiano finanziario riguarda in realtà non solo le città, ma il territorio delle province, sull’analisi di dati che vanno oltre i confini del singolo capoluogo. Il risultato finale scaturisce attraverso la media aritmetica del punteggio riportato dalle province in sei macroaree (tenore di vita; affari e lavoro; servizi-ambiente-salute; ordine pubblico; demografia e popolazione; tempo libero). Ogni macroarea è poi suddivisa in altri sei sottoindicatori significativi, per un totale di 36. Al di là dell’attendibilità e del riscontro pratico di una simile classifica nella vita di tutti i giorni, quelli che scaturiscono sono dati preoccupanti, che coinvolgono dunque l’intero Salento, e che fanno riflettere sui problemi di una regione. E’ indicativo ad esempio che Lecce risulti staccata dalle grandi città come Roma, Firenze e Milano, la cui grande attrattiva dovrebbe essere contrastata da livelli di vita qualitativamente migliori. Così invece, almeno secondo “Il Sole 24 Ore”, non è, ed è forse giunto il momento di chiedersi il perché.

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