Omicido Romano. “De Salve non ha agito da solo”

Le perizie sulle tracce della polvere da sparo e l’intercettazione ambientale sembrano confermare il dubbio che Vincenzo De Salve non ha agito da solo il giorno dell’omicidio di Giorgio Romano

Vincenzo De Salve, assassino reo confesso dell’omicidio dell’imprenditore matinese Giorgio Romano avvenuto il 13 settembre del 2008, stando all’esame effettuato dai Ris, starebbe coprendo un complice. Il dubbio era sorto già in occasione della perizia balistica effettuata nel settembre del 2008, la quale dimostrò che uno dei proiettili ritrovati presentava rigature e segni che escludevano quasi con certezza che fosse stato esploso dalla Stayer di proprietà del macellaio parabitano. Un ulteriore esame dei Ris, depositato nell’udienza del processo con rito abbreviato di ieri mattina, ha confermato che le tracce di polvere da sparo ritrovate sugli indumenti di De Salve non sono compatibili con la nuvola di polvere che avvolge chi fa esplodere uno sparo da una pistola. Per di più, alcune frasi ambigue sarebbero emerse dall’intercettazione ambientale in carcere durante il colloquio dell’imputato con alcuni familiari. Prima della formulazione della pena, il pm Giovanni De Palma ha chiesto più volte a De Salve se avesse intenzione di fare delle dichiarazioni spontanee. Alla richiesta l’imputato da risposto riaffermando di aver agito da solo perché esasperato dal comportamento di Romano. Di fronte alla mancata confessione il magistrato ha chiesto al giudice 30 anni per omicidio colposo, con lo sconto di un terzo della pena previsto per questo rito. La sentenza è attesa per il 25 ottobre.

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