Secondo i consiglieri del centro-destra casaranese, Paolo Zompì, presidente dell’assemblea cittadina, non avrebbe convocato il Consiglio monotematico nei tempi previsti. Intanto arrivano le prime reazioni al documento emanato nei giorni scorsi dal Pd
Per discutere in Consiglio comunale dei debiti fuori bilancio della “Monteco” l’opposizione si affida al prefetto. Secondo i consiglieri di centro-destra Paolo Zompì, presidente dell’assemblea cittadina, non avrebbe adempiuto all’obbligo di convocare il Consiglio comunale entro i termini previsti. Ieri i cinque consiglieri di minoranza hanno inviato una lettera al prefetto chiedendo il rispetto dello Statuto e quindi la tutela dei diritti delle opposizioni. Gli esponenti del centro-destra avevano presentato convocazione urgente dell’assemblea il 27 agosto scorso con un solo punto di discussione: i debiti fuori bilancio collegati all’ex gestore del servizio di spazzatura. La norma prevede che il presidente convochi l’assemblea entro 20 giorni dalla data della richiesta. Da registrare, intanto, le prime reazioni al documento del Partito Democratico sul delicato argomento. Tirato in ballo dallo stesso documento, l’ex sindaco Lillino Casto risponde con una nota al Pd e al sindaco uscente Remigio Venuti. “Non ho capito bene se il riferimento alla mia persona – scrive Casto – sia solo un chiarimento temporale oppure un maldestro, ma molto maldestro, tentativo di scaricare colpe sugli altri. L’assegnazione del servizio, dopo l’espletamento della gara – afferma Casto – fu approvato da una Giunta e ratificato da un Consiglio comunale all’interno dei quali erano presenti a pieno titolo di maggioranza consiglieri dell’allora Pds e un assessore con delega di vice sindaco, il cui segretario politico era Remigio Venuti. Il problema non è il capitolato d’appalto – prosegue l’ex sindaco – ma gli aumenti verificatisi nel tempo che l’amministrazione comunale, e non certo quella presieduta da me dimissionaria nel giugno ’94, non ha ritenuto dover corrispondere. E se proprio si vuole tirare in ballo quella clausola (la revisione prezzi, ndr) – osserva Casto – Venuti dovrebbe spiegare se le bollette della luce o del telefono personali o del Comune sono sempre quelle dei contratti iniziali o se, invece, le stesse non hanno subito degli aumenti”. Per l’ex sindaco la soluzione del problema sta nella risposta ad una domanda. Questa: “perché non si è ottemperato a quanto dovuto nei confronti della ditta se il dovuto era legittimo e legale?”. Casto non si limita a rispondere al Pd, ma propone a Venuti di andare insieme alla Corte dei conti con tutto il fascicolo “e si chieda che se uno dei due è responsabile di tale enorme debito venga condannato a pagare in proprio, invece di far gravare i costi di tale inadempienza ai soliti incolpevoli e indifesi cittadini”.
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