Rime anomale da García Lorca ai Red Hot Chili Peppers
Ci sono rime dialettali che si nascondono sotto una crosta di lingua tersa. Una poesia di Fernando Pessoa descrive il cadavere di un soldato. Sangue sulla divisa, il corpo che si raffredda. Quanti anni avrà? Era il cocco di mamma sua, ci dice in una rima che non capiscono nemmeno a Coimbra, perché va letta con l’accento di Lisbona. E quando García Lorca attacca, in medias res: pensare che me la son portata al fiume convinto che fosse libera e invece aveva marito, fiume (río) fa rima con marito solo se si pronuncia con accento dell’Andalusia (marío), magari un po’ gitano (non a caso siamo nel “Romancero gitano”). La rima andalusa torna utile anche al cantante madrileno Alejandro Sanz, che non disdegna schitarrate flamenche in ambiente night club: chi mi coprirà stanotte se fa freddo (frío)? E chi mi cura il cuore spezzato (partío)? Meno lamentevoli, i Red Hot Chili Peppers inseriscono in questo filone le loro rime west coast: non lo dico per lagnarmi, ma ti avverto (I must warn ya), sono proprio stronze le ragazze in California. Qui dal vivo in Giappone. J. Frusciante era tornato nel gruppo. Flea non se n’era mai andato.