Prima di scegliere il candidato da votare, scorrete fino infondo il suo programma elettorale. Fino all'ultimo paragrafo, quello fastidioso, quello sulle donne
Leggendo i programmi dei candidati alle amministrative e alle europee, gli impegni che assumono più o meno solennemente davanti all’elettorato, velocemente scorriamo la lista dei buoni propositi fino in fondo. Sappiamo che lì, in coda a tutto, troveremo un paragrafetto dedicato alle donne e alle pari opportunità. Lo troviamo lì perché un paragrafetto sulle donne è doveroso inserirlo, sebbene con un certo senso di fastidio. Il fastidio è generato dal fatto di non sapere concretamente cosa proporre. Spesso genericamente si prende l’impegno di “dare pari opportunità” e in futuro si risolverà il problema con un qualche convegno sull’universo femminile. Anor più spesso poi troviamo l’universo femminile accorpato sotto la voce “fasce più deboli della popolazione”, dove le donne vengono incluse in un unico calderone insieme agli anziani, i disoccupati, i disabili, a tutte le spine nel fianco della società. Scusate la brutalità dell’espressione, ma è necessario. Intendo dire che sono considerate un costo da sostenere, non una risorsa da valorizzare. Considero una risorsa anche gli anziani, i disabili e disoccupati. Torniamo alle donne. Pochi si fermano a riflettere sul fatto che se le donne sono escluse dal processo economico e produttivo, dalle cariche politiche, dalle carriere, questo non può essere più un problema delle donne ma è un problema della democrazia. Costruire una nuova società a misura di donna, significa costruirla a misura di bambino, di anziano, della famiglia. Quindi significa costruirla su misura per tutti. Questo per tre motivi. Uno: le donne costituiscono più del 50% della popolazione. Nn pensaread un progetto su misura per loro significa voler governare solo metà della popolazione. Due: sono le donne ad occuparsi dei bambini, dei genitori anziani, della famiglia. Mentre contemporaneamente lavorano. Sono le donne a conoscere fino in fondo le esigenze delle persone di cui si prendono cura. Aiutarle ad aiutarli significa non solo mettere le donne nelle condizioni di farlo meglio ma significa permettere loro di lavorare con maggiore efficienza. Tre: permettere alle donne di affermarsi sul lavoro significa sprigionare risorse umane, intelligenza e competenze che oggi sono in gran parte semplicemente rimosse, dal momento che il maggior numero di disoccupati è donna. Nonostante siano le donne a laurearsi prima e con maggior profitto. La maggior parte delle donne decidono di lasciare il lavoro dopo il primo figlio, perché non riescono a gestire famiglia e lavoro contemporaneamente. Questo per mancanza di servizi pubblici. Più servizi in aiuto per le donne che lavorano sono più servizi per tutti i settori della società. Nel dover scegliere chi votare, scorrete i programmi fino in fondo. Giù giù fino al paragrafetto fastidioso sulle donne. Avrete così la misura di quanto il vostro candidato tenga veramente alla democrazia.