I vicini di casa di Basile: “Vittime anche noi”

Si sono detti vittime. Bersagli di pedinamenti, interrogatori, controlli talmente insistenti da non permettere loro di svolgere le consuete attività quotidiane. E colpevoli. Ma solo di aver udito le ultime grida di Peppino Basile, la notte in cui venne ucciso, e di aver tentato di soccorrerlo. Il minore ed il padre, vicini di casa del consigliere di Italia dei valori trucidato lo scorso 14 giugno, ieri hanno rotto il silenzio. E, per mezzo dei legali difensori Roberto Bray ed Antonio Melileo, hanno depositato un memoriale in cui hanno parlato di atteggiamenti persecutori nei loro confronti nel corso dei nove mesi. . .

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