Un progetto di recupero per il porto di Brindisi

La giunta di Confindustria di Lecce ne discute con il presidente dell'autorità portuale di Brindisi

La giunta di Confindustria di Lecce incontra Giuseppe Giurgola, presidente dell'autorità portuale di Brindisi per discutere di un piano di riqualificazione, razionalizzazione e sviluppo del porto brindisino

La logistica, le infrastrutture ed i collegamenti viari, aerei e su ferro rappresentano condizioni di contesto essenziali allo sviluppo economico di un territorio. Il Salento, geograficamente proteso nel centro del bacino del Mediterraneo, presenta una posizione importantissima nell’ottica dello sviluppo degli scambi commerciali con i Paesi che si affacciano sul Mar Mediterraneo e non solo. I porti e gli aeroporti territoriali, se adeguatamente potenziati, possono costituire importanti scali per lo sviluppo del traffico passeggeri e merci proveniente sia da est, sia da ovest. Di tutto ciò, ed in particolare delle possibilità di sviluppo del porto di Brindisi, si è parlato nel corso di un incontro svoltosi in Confindustria Lecce tra i rappresentanti della Giunta e Giuseppe Giurgola, presidente dell’Autorità Portuale di Brindisi. Giurgola, su invito del presidente di Confindustria Lecce Piero Montinari, ha illustrato dettagliatamente il piano di riqualificazione, razionalizzazione e sviluppo del porto brindisino e della costa di sua pertinenza che si estende per ben 14 km. Tale progetto ha trovato ampia condivisione da parte degli imprenditori della Giunta di Confindustria Lecce per gli indubbi vantaggi e le ricadute di natura economica, turistica e sociale su tutto il territorio del Salento. “Il porto di Brindisi – ha spiegato Giurgola – svolge una funzione straordinaria per lo smistamento dei container provenienti dal canale di Suez. Se adeguatamente razionalizzato può catalizzare flussi importanti di traffico passeggeri e di prodotti freschi, non containerizzati. Esistono, poi, grandi interessi a livello internazionale per la qualificazione del porto Brindisino”. “Attualmente il porto è sottoutilizzato – ha affermato Giurgola – il porto interno, con il piano di ristrutturazione predisposto, potrebbe essere gradualmente restituito alla città: una parte dovrebbe essere adibita all’attracco di yacht da turismo di ampia metratura. Il porto medio dovrebbe garantire l’attracco di navi passeggeri che, troverebbero nell’immediata contiguità con l’aeroporto, una ulteriore condizione di vantaggio competitivo e di attrazione territoriale. La nuova strutturazione, altresì, offrirà maggiori servizi alla zona industriale brindisina e conseguenti positive ricadute su quella leccese, dando la possibilità di predisporre anche un’area porta container”. Nel commentare il progetto il presidente Montinari ha espresso grande apprezzamento nell’ottica di uno sviluppo economico e turistico che conseguirebbe dalla razionalizzazione del porto brindisino: “il porto di Brindisi è oggi un’area dalle potenzialità inespresse che, grazie a questo piano, potrebbe davvero diventare a tutti gli effetti uno snodo fondamentale di sviluppo dei traffici mediterranei. Il porto potrebbe, altresì, ottenere positive ricadute in termini di crescita di scambi commerciali grazie ad una più proficua collaborazione ed all’interscambio con gli altri porti italiani che si affacciano sul Mar Adriatico (Ancona e Trieste) ed ai collegamenti con i porti balcanici, albanesi e greci”. “Si tratta – conclude Montinari – di un progetto che muove lavori per un importo di 500 milioni di euro, in gran parte di investimenti privati, capaci di dare un’iniezione di fiducia alle imprese, soprattutto in un momento come quello attuale in cui chiediamo a gran voce anche la ripresa degli investimenti in opere pubbliche per dare slancio all’economia”.

Leave a Comment