Traffico illecito di rifiuti a Brindisi. Dieci arresti

Si è chiusa stamattina l'operazione di scala nazionale

Con le accuse di traffico illecito di rifiuti, gestione non autorizzata di rifiuti, falso, rivelazione di segreti d’ufficio, è stata emessa dai carabinieri del Noe di Brindisi un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di numerosi soggetti indagati a vario titolo

Nella mattinata di oggi il Comando Carabinieri per la Tutela dell’Ambiente unitamente alla Compagnia Carabinieri di Brindisi hanno dato corso ad un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di numerosi soggetti indagati a vario titolo per “Traffico illecito di rifiuti, gestione non autorizzata di rifiuti, falso, rivelazione di segreti d’ufficio”. L’indagine, partita nel giugno del 2007, ha interessato l’intero territorio nazionale, ed ha visto la provincia di Brindisi quale terminale di un vasto traffico di rifiuti pericolosi, non pericolosi e tossico-nocivi. I gestori di una discarica provinciale accoglievano, non curandosi di alcuna norma ambientale, numerose tonnellate di rifiuti provenienti da imprese operanti nel campo dell’ecologia. Secondo le ricostruzioni dei carabinieri, tali imprese, con la compiacenza di chimici e laboratori di analisi, per consentire il conferimento in discarica falsificavano sistematicamente le analisi dei rifiuti de classificandoli come non pericolosi e consentendone, dunque, l’illecito smaltimento in discarica. La falsità documentale posta in atto consentiva alle varie aziende di smaltire illecitamente tonnellate di rifiuti sopportando un minor costo aziendale rispetto a quello dovuto qualora si fosse dovuto smaltire in siti autorizzati a ricevere rifiuti pericolosi. L’indagine ha visto il coinvolgimento di numerose aziende della Puglia, delle Marche e del Veneto che dolosamente ponevano in essere tali illecite attività, per le quali il Tribunale di Brindisi ha ottenuto il sequestro. Complessivamente sono state tratte in arresto dieci persone, titolari, rappresentanti legali ed amministratori unici delle varie aziende coinvolte.

Sostieni il Tacco d’Italia!

Abbiamo bisogno dei nostri lettori per continuare a pubblicare le inchieste.

Le inchieste giornalistiche costano.
Occorre molto tempo per indagare, per crearsi una rete di fonti autorevoli, per verificare documenti e testimonianze, per scrivere e riscrivere gli articoli.
E quando si pubblica, si perdono inserzionisti invece che acquistarne e, troppo spesso, ci si deve difendere da querele temerarie e intimidazioni di ogni genere.
Per questo, cara lettrice, caro lettore, mi rivolgo a te e ti chiedo di sostenere il Tacco d’Italia!
Vogliamo continuare a offrire un’informazione indipendente che, ora più che mai, è necessaria come l’ossigeno. In questo periodo di crisi globale abbiamo infatti deciso di non retrocedere e di non sospendere la nostra attività di indagine, continuando a svolgere un servizio pubblico sicuramente scomodo ma necessario per il bene comune.

Grazie
Marilù Mastrogiovanni

SOSTIENICI ADESSO CON PAYPAL

------

O TRAMITE L'IBAN

IT43I0526204000CC0021181120

------

Oppure aderisci al nostro crowdfunding

Leave a Comment