I contorni della violenza di genere in Puglia e nel Salento
Nello scorso anno in Provincia di Lecce si sono verificati due casi di violenza sessuale accertata. Gli episodi di maltrattamenti di altro tipo sono più numerosi: in un mese presso la Questura ne vengono segnalati in media cinque o sei. Nella maggior parte dei casi le querele vengono ritirate
La percezione che abbiamo oggi della violenza sulle donne è di un fenomeno in preoccupante ascesa. Il clamore mediatico che si scatena ad ogni nuovo caso, accompagnato spesso da reazioni xenofobe, contribuisce ad infondere negli animi femminili una sensazione di insicurezza ed una paura diffusa dell'altro. A differenza di ciò che avviene su scala nazionale, in particolari contesti metropolitani, nel Salento non ci sarebbe un fenomeno “violenza di genere”. I dati forniti dalla Questura e dall'unico centro antiviolenza, privato (di pubblici non ce ne sono), non hanno registrato negli ultimi tempi un incremento degli episodi. Ciò perchè, nel Salento, la violenza è soprattutto di tipo domestico. Un “fatto privato” che si consuma tra le mura di casa. Quando si parla di violenza, infatti, non ci si riferisce necessariamente alla violenza sessuale o a quella fisica: barbare, evidenti, estreme. La violenza di genere – quella di un uomo verso una donna – ha più volti. Tra essi, ci sono quelli sottili della violenza psicologica ed economica. Forme di sopruso che si consumano quotidianamente tra le mura domestiche; abusi che neppure vengono percepiti come tali, perché considerati “normali” del rapporto uomo-donna, in una condizione di tolleranza della prevaricazione spaventosa, perché diffusa in tutti gli strati della società. Perché difficile da estirpare. Eppure oggi le donne sarebbero più consapevoli e più portate a denunciare il torto subìto (da questo deriverebbe la percezione dell’incremento dei reati di genere). Alcune lo fanno. Ma sono troppo poche. (continua in edicola sul Tacco d'Italia di marzo)