Quel terreno fertile all’antipolitica

Intervista ad Angelo Minenna

Abbiamo incontrato Angelo Minenna, consigliere comunale ugentino del PdCi, in seguito all’atto intimidatorio cui è stato fatto oggetto (qualcuno nella notte tra il 18 ed il 19 ottobre gli ha frantumato i vetri della macchina) e gli abbiamo chiesto un’analisi della situazione socio-politica della sua Ugento

Consigliere, in seguito all’ennesimo episodio di intimidazione, stavolta rivolto nei suoi confronti, che pensieri ha in mente? “Penso che il buon vecchio Marx aveva ragione: quando la Storia si ripete è una tragedia, quando continua a ripetersi sembra che sia la farsa di quella tragedia”. A che cosa si riferisce? “Bomba al nostro Comune, auto del sindaco Eugenio Ozza incendiata, tragico omicidio dell’amico e collega Peppino Basile, minacce di morte al parroco dell’Oratorio di Ugento, auto del sottoscritto danneggiata e col vetro frantumato. Da oltre un anno ad Ugento spirano forti venti di malcontento diffuso, di povertà, di esclusione sociale accompagnati da interessi ed appetiti vecchi e nuovi. Ugento, la mia Ugento, dodici mila abitanti che in estate si trasformano in duecento mila, terzo “feudo”, per usare un ancestrale termine, della Provincia di Lecce, sedici chilometri di costa…si dice che nella mia città i vini fossero unici per odore e sapore, tanto da indurre i Re Borbone a bere solo quelli, e si racconta anche che, sino a quando non ha esalato l’ultimo respiro, il primo Re d’Italia, quella una ed indivisibile, Vittorio Emanuele II, si facesse portare ogni mattina enormi triglie sulle reali mense, tanto grandi da sfamare se stesso ed i suoi ospiti…si dice che quelle triglie i Savoia se le facessero portare dal mare di Ugento”. Insomma la Ugento di oggi non è più quella di una volta? “Ugento è una città piena di contraddizioni. Enormi sacche di povertà, lavoro stagionale ‘alli villaggi’ sottopagato, lavoro nero, per lo più nell’edilizia, giovani che emigrano e che tornano l’estate, giovani laureati che dopo aver preso questa sono spariti da Ugento… dall’altro lato un territorio con una Storia, delle potenzialità uniche. Già ma a chi affidarle, a chi farle gestire”? La responsabilità è degli amministratori? “Soffiano venti di esasperazione per situazioni decennali irrisolte: strade a tratti asfaltate e a tratti no, periferie al degrado, lavoro ad intermittenza, un agricoltura in crisi, un turismo che vivacchia e non decolla. Soffiano anche venti di rabbia, delusione e scarsa fiducia nelle Istituzioni, anche in un Consiglio Comunale rinnovato nella quasi totalità e che inizia a parlare non solo di bilanci e lottizzazioni, ma anche di bacini e degrado delle zone 167, parco naturale e assunzioni di personale: temi che da decenni, anche dalle stesse opposizioni, erano considerati tabù”. Ma se anche la classe politica si disinteressa di certi temi, che cosa accadrà alla sua Ugento? “Si creerà, si è già creato, quel mix perfetto, quel terreno dove, anche a causa del vuoto lasciato dal crollo dei partiti di massa, si innesta la pianta dell’antipolitica. I comunisti di Ugento, inascoltati e in maniera piuttosto isolata, da mesi hanno lanciato un grido d’allarme nei confronti dell’intera classe politica ugentina e dell’intero Consiglio Comunale: attenzione, qualcuno vuole creare tensioni, soffiare sul fuoco, cavalcare l’onda del momento, destabilizzare la democrazia e, infine, cosa ancora più grave che mi fa pensare a tristi scenari del passato, porsi, anche se democraticamente eletto, come ‘il principe’, l’uomo nuovo in grado di risolvere i problemi e che non deve dar conto a questo o quel partito, alla sua famiglia, ad un gruppo in particolare ma solo alla ‘sua’ gente. In questo scenario, poco o a rassicurante per la partecipazione, poca, anche per nostro preciso disinteresse (il classico ‘sine llassa ffannu l’addhri’) alla vita sociale e politica, si innestano i ruoli di cittadini già ‘recidivi’ alle sirene dell’antipolitica, soggetti ed istituzioni non propriamente politiche, personaggi ed ambienti vicini alla maggioranza di destra che ci governa, i quali forse sentono troppo stretto il proprio ruolo attuale ed hanno fretta di diventare ‘qualcos’altro’, e quindi talmente spregiudicati da buttare a mare il Sindaco attuale, per poi prenderne il posto essi stessi in nome di una ‘rinata politica’ che poco o a avrebbe di partecipativo nei confronti dei cittadini, anche verso quelli che, in maniera ingenua e sicuri di togliersi davanti questa Giunta ed un certo modo di governare Ugento, avrebbero appoggiato questi disegni, che poco o a coinvolgerebbe le opposizioni nel processo amministrativo: una sorta, quindi, di novella ‘tirannide’ in salsa ugentina”. Si riferisce a qualcuno in particolare? “Non faccio nomi. Dico solo che questo consiglio comunale deve discutere di Piano Urbanistico Generale, quindi deve decidere cosa e dove far costruire… ma soprattutto chi deve costruire… questo Consiglio Comunale, scomodo a qualcuno perché innovato e dove finalmente si incomincia a fare veramente politica e si sollevano, da parte di questa opposizione, problematiche decennali connesse ai bisogni materiali delle persone, deve discutere di come gestire il Parco Naturale e i relativi finanziamenti che arriveranno, deve discutere di zona artigianale, di distretti turistici, di porto, di piano delle coste… Insomma, ad Ugento devono arrivare una fiumana di denari, si deve mettere mano al vecchio ed inadeguato Piano Regolatore. Ecco perché qualcuno vorrebbe defenestrare l’attuale classe politica, servendosi anche di loschi personaggi e appoggiando situazioni particolari e interessi corporativi, perché al suo posto, una volta diventato l’unico arbitro dei nostri destini, vorrebbe che ci fossero una serie di situazioni a lui accondiscendenti, una serie di personaggi che dicono sempre e solo ‘sì’ alle sue volontà. Tutto questo per gestire, magari solo con i pochi amici fidati, queste ingenti risorse, e mascherando il suo personale regime in qualcosa di popolare”. Che cosa fa il suo partito per contrastare questa situazione? “Al PdCI questa situazione non piace: occorre in un momento così tragico e delicato fare quadrato intorno alle Istituzioni, riportare il confronto negli ambiti degli assetti democratici e non fidarsi di seducenti e sedicenti ‘capipopolo’, i quali inconsapevolmente o meno, fanno solo da spalla alla strategia che descrivevo. Ci impegneremo con tutte le nostre forze per questo”.
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