Potrebbe non essere stato un semplice atto vandalico. Potrebbe aver significato di più. Anche perché è arrivato a poche ore dalla conclusione della serata di riflessione “Educhiamo alla legalità” che aveva avuto luogo presso l’oratorio di Ugento. Una specie di risposta, una nuova sfida lanciata a chi la legalità ce l’ha a cuore. A chi si è battuto, da uomo e da politico, per tutelare gli interessi della collettività. Stavolta ad essere preso di mira è stato Angelo Minenna, consigliere comunale ugentino per il partito dei Comunisti italiani. Eletto nel 2006 nella lista civica “Città Futura”. Nella notte tra sabato e domenica, qualcuno ha frantumato il parabrezza della sua Fiat Panda, parcheggiata in strada, sotto casa. Il rumore del vetro che si infrangeva e l’abbaiare di un cane hanno messo in allarme il consigliere. Che è uscito per strada in tempo per vedere un’auto che si allontanava e per constatare l’accaduto. Dice di non avere paura Minenna, ma riconosce anche che l’episodio sia da collegare con i fatti che stanno scuotendo Ugento da alcuni mesi. Prima l’omicidio di Peppino Basile, consigliere comunale e provinciale dell’Italia dei valori (nella notte tra il 14 ed il 15 giugno scorsi), poi le minacce al parroco don Stefano Rocca. Con il conseguente clima di tensione che ne è derivato. Minenna tra l’altro è una figura molto attiva all’interno del consiglio comunale. La sua attività politica potrebbe aver infastidito qualcuno. Oggi il giovane consigliere sarà ricevuto dal prefetto assieme ad Eugenio Ozza, sindaco di Ugento. Dopo don Stefano Rocca, anche lui è finito nel registro dei minacciati. Leggi tutte le interrogazioni di Minenna.
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