Protocollo per il Turismo Accessibile

Lo hanno sottoscritto APT e SFIDA

L’Apt di Lecce è impegnata nel progetto “Road Map per il Turismo Accessibile”, ideato per sostenere la cultura dell’ospitalità per tutti attraverso l’abbattimento delle barriere materiali ed immateriali esistenti e per una fruibilità più ampia possibile del territorio anche a fini turistici

La Commissaria dell’Azienda di Promozione Turistica della provincia di Lecce dott.ssa Stefania Mandurino e il Segretario provinciale SFIDA (Sindacato Famiglie Italiane Diverse Abilità) Vito Berti hanno sottoscritto il “Protocollo d’Intesa per Il Turismo Accessibile” per ricercare ogni azione positiva tendente ad attrarre visitatori e turisti diversamente abili nel nostro territorio, ritenendo essenziale promuovere forme di accoglienza, soggiorno, visita e conoscenza dell’intero patrimonio ambientale, paesaggistico, culturale e storico della provincia di Lecce, che evitino modalità di esclusione. L’Apt di Lecce è impegnata da tempo nel progetto “Road Map per il Turismo Accessibile”, ideato dall'Assessorato alla Solidarietà e dall'Assessorato al Turismo della Regione Puglia per sostenere la cultura dell’ospitalità per tutti attraverso l’abbattimento delle barriere materiali ed immateriali esistenti e per una fruibilità più ampia possibile del territorio anche a fini turistici. Il protocollo, firmato stamani nella sede dell’Azienda, rientra tra le azioni previste. “Bisogna prendere atto – commenta Mandurino – che la società moderna è fortemente caratterizzata da divisioni ed atteggiamenti corporativi che rendono difficile un omogeneo sviluppo culturale, sociale ed economico, soprattutto, delle fasce di popolazione più deboli. Il protocollo d’intesa con SFIDA di Lecce crea i presupposti per immaginare una società più giusta, solidale, e prosperosa attraverso la promozione di iniziative comuni finalizzate a rimuovere le barriere culturali che non di rado dividono il mondo della disabilità dal restante tessuto sociale, rappresentato anche dai titolari di tante piccole imprese che offrono servizi turistici, svago e balneazione. Per questo va migliorato il censimento delle accoglienze; monitorati i livelli di qualità offerti agli ospiti diversamente abili; formato il personale addetto all’accoglienza; stipulati accordi di accoglienza e promozione con gli operatori turistici per garantire livelli ottimali nei servizi; incentivati soggiorni e vacanze prolungate verso tale fascia debole con iniziative a carattere sociale, culturale, enogastronomico, fieristico storico-paesaggistico anche d’intesa con enti pubblici, operatori e associazioni locali. Il turismo, al giorno d’oggi, è un diritto di tutti ed una necessità primaria che non deve divenire una forma di esclusione. Il Turismo Accessibile non è solo una questione di etica, o di democrazia, ma è un’ importante opportunità di business, di qualificazione complessiva dell’offerta turistica, di miglioramento della qualità dalla vita di tutti”. “C’è l’impegno – afferma Berti – di individuare le strutture ricettive che mettono la persona disabile in piena autonomia e offrono servizi ausiliari di eccellenza, formare il personale e garantire l’individuazione di fasce stagionali più convenienti unitamente alle offerte del territorio provinciale. Questo è il motivo cardine del protocollo d’intesa firmato con l’Apt di Lecce. Crediamo fermamente nella potenziale capacità degli operatori turistici salentini di ospitare e offrire servizi migliori anche ai turisti disabili e ai loro familiari. È necessario informare e diffondere capillarmente, presso gli operatori, la cultura dell’accessibilità e del confort. Occorre censire e valutare, con rigore, l’offerta turistica per le persone disabili e i loro familiari, integrando ed adattando le strutture esistenti e, magari, facendo applicare le normative vigenti da moltissimi anni, riguardanti l’accessibilità, ai nascenti esercizi commerciali e alle strutture pubbliche. La valutazione degli standard ottimali d’accoglienza, non meramente tecnica, deve essere effettuata anche dai soggetti che vivono (direttamente o indirettamente) sulla loro pelle la disabilità”.

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