La storia della bimba colombiana di 14 mesi, leccese d’adozione, ostaggio in Colombia con i genitori per il blocco del sistema giudiziario. Firma anche tu la petizione “liberate Salomè”: clicca su “commenti” e lascia il tuo nome
I magistrati scioperano e 100 famiglie adottive e i loro “neo-figli”, rimangono bloccate in un limbo che è un inferno. Una firma sulle sentenze di adozione impedisce alle famiglie di partire. Di poter tornare nei loro Paesi d’origine. Succede a Bogotà, in Colombia. Di queste 100 famiglie, dieci sono italiane, 30 provenienti dalla Spagna, le altre dal Nord America e dal resto d’Europa. Una di quelle dieci famiglie è di Lecce. La loro bellissima bambina si chiama Salomè, ha 14 mesi. I suoi giovani genitori, Errica e Giorgio, l’hanno attesa per anni. Sono imprigionati a Bogotà da un mese e mezzo, vittime delle strette maglie della burocrazia e, sospettano, del “no” detto ad una velata richiesta di ricompensa sottobanco che avrebbe potuto accelerare le procedure. Nelle ultime ore Alvaro Uribe, presidente della Colombia, ha lanciato un ultimatum ai magistrati in sciopero: dovranno firmare i documenti per l’espatrio delle famiglie adottive e dei loro bambini o saranno precettati. Pare che sia stata determinante anche la pressione esercitata dal presidente francese Nicolas Sarkozy, in quanto uno dei suoi più stretti collaboratori è tra i genitori coinvolti nella paradossale vicenda che vede le famiglie diventare “ostaggio” in un gioco di forza tra poteri forti. Lo sciopero dei magistrati. La magistratura infatti è da un mese e mezzo in stato di agitazione perché chiede stanziamenti finalizzati al miglioramento del sistema e all'aumento degli stipendi per una cifra di poco sopra agli 800 milioni di pesos colombiani, poco meno di 300 mila euro. L’obiettivo è avere a disposizione maggiori strumenti per combattere il narcotraffico e le narcomafie. Il governo ne offre al massimo 44 milioni pari a poco meno di 16 mila euro. Le rivendicazioni dei giudici trovano origine in una legge del 1992 mai applicata, privando quindi queste figure e tutte quelle operanti negli ambienti giudiziari di legittimi aumenti già decisi e per i quali erano stati stanziati i fondi ora irreperibili. La situazione del Paese oggi è drammatica. Il sistema giudiziario è bloccato, gli arrestati dalla polizia, anche per delitti gravi ed in flagranza di reato, sono rimessi in libertà non appena scaduti i termini minimi di arresto poiché non vi sono giudici che confermino il fermo giudiziario e convalidino gli arresti. Ma una soluzione è stata trovata per le automobili sequestrate, che infatti in questi giorni sono state restituite ai legittimi proprietari. Si troverà una soluzione con la stessa solerzia anche per i bambini? Per maggiori informazioni: www.amicideibambini.net
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