Se il funerale è un invito a nozze

I mille e più rivoli con cui si alimenta il mercato dei decessi

Tutto ha precise tariffe, fissate da accordi non scritti. La consuetudine vuole che chi avvisi l’agenzia di pompe funebri sia ricompensato con 500 euro. Le crude rivelazioni di alcuni impresari che hanno mantenuto l’anonimato, parlano di infermieri di reparti ad alta mortalità e addetti alle ambulanze. Una cosa è certa: a farne le spese sono i parenti. Che tra mazzette “tutto-compreso” e mille optional, non sanno a che santo votarsi. Resta solo da pagare. Salato

I mesti rintocchi di campane annunciano la Morte. Affetti cari che si separano e cerimonia funebre che si prepara. Il pianto dei parenti durante i funerali, i manifesti a lutto sulla via, il prete, il carro e la bara che si allontana. Tutto liscio come la Provvidenza ha disposto oppure qualcosa non gira? Qualcuno ne approfitta? Chi avrebbe immaginato che la morte di un parente potesse aprire la porta a speculazioni di ogni tipo? Lacrime che si aggiungono alle lacrime, nei momenti di più intimo dolore. Un vero e proprio “mercato del caro estinto” che scorre come un fiume carsico, senza regole; dove c’è spazio per la violenza e per gli sciacalli. E’ triste dover parlare di funerali, di cimiteri, di loculi e di corone. Consideriamola una licenza che ci concediamo solo nel mese di novembre. Per onorare i nostri defunti nei giorni della loro commemorazione, ma anche per tenere gli occhi sempre aperti sulla realtà di chi resta in questa valle di lacrime. Sì, perché, soprattutto in questo mestiere, quello delle “Onoranze funebri”, non è tutto rose e fiori, mestizia e bontà. Le magagne e gli abusi non mancano e sono lacrime che, neanche a dirlo, bagnano le spalle dei parenti del morto, sempre disposti a credere che “nessuno penserebbe mai di fregarli in questi frangenti”. E, invece. Anzi, la fantasia e l’ingordigia non hanno limiti. A cominciare da chi è vicino, troppo vicino, a chi rende l’anima al cielo: l’infermiere in corsia, che tra un’iniezione e una flebo, conosce bene lo stato di salute del paziente e “vigila” sulle sue condizioni. Soprattutto nei reparti più “produttivi”. Come rianimazione, geriatria, terapia intensiva, cardiologia, lungodegenza, oncologico, medicina; si tratta in genere di anziani, di soggetti scompensati o incidentati. (continua in edicola sul Tacco d'Italia di novembre)

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