Per gli avvocati difensori non ci sono prove sul nesso casuale della morte né sulla sussistenza del fatto
Oggi o domani il responso dei giudici del Tribunale del Riesame. Si stabilirà se Lucia Bartolomeo, infermiera di Taurisano, sia responsabile della morte della marito, Ettore Attanasio, fabbro, anche lui di Taurisano
Si saprà oggi o al massimo domani da parte dei giudici del Tribunale del Riesame se l’ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari Ercole D’Aprile contenesse indizi e prove tali da ritenere che Ettore Attanasio, fabbro di Taurisano, sia stato ucciso dalla moglie, Lucia Bartolomeo, infermiera anche lei di Taurisano. I fatti risalgono al 2006. E dal 29 maggio scorso la donna si trova nel carcere di Borgo San Nicola con l’accusa di omicidio volontario aggravato da motivi abbietti e futili “consistiti nel desiderio di liberarsi della sua presenza”. L’udienza nella tarda mattinata di ieri con il pm Guglielmo Castaldi ha esposto una uova tesi: ad Attanasio sarebbe stata iniettata eroina non solo la sera prima della morte ma anche per tutta la settimana prima. Gli avvocati difensori (Silvio Caroli e Vincenzo Del Prete) sostengono che non ci sarebbero prove sul nesso casuale della morte e neanche sulla sussistenza del fatto.