Primo Levi. 20 anni dalla morte

Verso un recupero dell’intelligenza e del senso di umanità

“E’ un’imprescindibile testimonianza dell’olocausto. I testi di Primo Levi non dovrebbero mancare nella biblioteca di un nostro figlio, né in quella di noi genitori”. Adriana Poli Bortone, sindaca di Lecce, ricorda l’autore di “Se questo è un uomo”

Ricorre oggi il ventesimo anniversario della morte di Primo Levi, lo scrittore piemontese di origine ebraica autore del celebre “Se questo è un uomo” e di altre opere letterarie sull’olocausto e la persecuzione nazista degli ebrei. Ciò che Levi ha scritto rappresenta una testimonianza imprescindibile di quanto sia importante la memoria del dolore legato agli orrori di un’epoca tra le più buie della storia dell’umanità. “Oltre che utile nella chiave del ricordo e della testimonianza – sottolinea Adriana Poli Bortone, sindaca di Lecce – e quindi semplicemente in funzione storica, ritengo che la produzione letteraria di Primo Levi sia un insegnamento per le generazioni presenti e future. Credo che un testo come ‘Se questo è un uomo’ non dovrebbe mai mancare nella personale biblioteca di ogni nostro figlio e prima ancora di noi genitori. Per comprendere e tenere sempre in mente ciò che un essere umano non dovrebbe mai arrivare a fare. E credo infine che la vita di Levi, che mai ebbe parole di odio e di rancore verso i carnefici dei campi di concentramento in cui visse, siano già il recupero dell’intelligenza e del senso di umanità dell’uomo”.

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