La presa di posizione di De Cristofaro
Il Grande Salento non ha anima. Lo afferma Mario De Cristofaro, candidato sindaco di Lecce. Che ritorna sulla necessità di un’azione amministrativa che parta dal basso e rivolge un pensiero alle 101 unità impiegate nella pulizia del centro che rischiano il posto di lavoro
“Solo un voto popolare può dare la certezza di una programmazione certa, mirata e consapevole per la città”. Così Mario De Cristofaro, candidato sindaco al Comune di Lecce, sul futuro della città capoluogo. E’ necessario, secondo De Cristofaro, che si preveda una rete integrata e costante “di trasporti, servizi ma anche soprattutto una connessione costante con le imprese locali e le industrie che operano a Taranto e Brindisi, il tutto nella visione possibile e realizzabile della Regione Salento”. Sul Grande Salento invece il candidato appare decisamente scettico: “Gli altri programmi, il resto, sono solo palliativi – dice -; il Grande Salento non ha un’ anima, è tecnocratico.Si può dare anima ad un progetto di ampio respiro solo dandolo in mano alla gente, rendendo questa protagonista e compartecipe. Occorre cioè un’azione amministrativa legittimata dal basso, per questo la politica ha bisogno di sogni sennò si riduce ad un condominio in cui si può solo litigare”. Ma De Cristofaro interviene inoltre sulla grave vicenda occupazionale che vede a rischio 101 unità lavorative a causa del mancato rinnovamento del contratto tra Ecotecnica, Monteco, Aspica e Ato per la pulizia del centro urbano. “Questa città è una pattumiera – dichiara – e non pare una gran notizia. Da qui però a mettere a repentaglio il futuro di oltre cento famiglie, cui sono vicino e solidale, davvero ce ne corre”.