Intervista a Niccolò Fabi

Un tour dedicato a 10 anni di musica

Il “Dischi Volanti Tour” di Niccolò Fabi ha fatto tappa al Teatro Italia di Gallipoli. Sul palco anche Roberto Angelini e Pino Marino per festeggiare i dieci anni di carriera del cantautore romano

Il “Dischi Volanti Tour” di Niccolò Fabi è approdato a Gallipoli venerdì scorso. Non un semplice concerto, ma una vera e propria festa per celebrare dieci anni di successi e di ricerca musicale dedicata ad album come “Il Giardiniere”, “Sereno ad Ovest”, “La Cura del Tempo” e “Novo Mesto”, che hanno segnato il percorso artistico del cantautore romano. Il tour prende il nome dalla raccolta “Dischi volanti 1996 – 2006” uscita il 3 novembre scorso con 26 brani tra i più amati dall’artista e il pezzo inedito “Milioni di giorni”: un delicato riassunto musicale in cui Fabi ha reinterpretato i brani che lo hanno portato al successo. Ad aprire la tappa gallipolina del tour sono stati due ospiti, Roberto Angelini e Pino Marino, cantautori che seguono l’amico in tour per festeggiare i suoi 10 anni di carriera. A dieci anni di distanza dal tuo primo lavoro musicale, sei un Niccolo Fabi più maturo? Non so cosa significhi in realtà maturità. Quando si collega questo termine alla musica, si pensa sempre a qualcosa di noioso o di barboso. Credo semplicemente che avendo 38 anni, la musica cambi insieme all’artista: si evolve, si arricchisce di nuovi stimoli anche se i tratti caratteristici rimangono sempre gli stessi. Qual è la canzone che ti ha dato più soddisfazione? Non sempre quelle canzoni che riscuotono più successo, sono quelle composizioni che ritengo meglio riuscite. Dovendo sceglierne due, direi È non è dal disco “La cura del tempo” e Costruire dal disco più recente, “Novo mesto”. Sono due canzoni che ritengo ben riuscite a prescindere dal fatto che siano state di successo, per quello che il successo vuole dire. Con “Capelli” sei passato dal festival di Sanremo. Lo rifaresti? Non saprei darti subito una risposta secca. Sicuramente si tratta di un aspetto del mio lavoro che mi interessa meno, che mi mette più a disagio: quello della spettacolarizzazione della musica che mi mette caratterialmente in difficoltà. Sono molto più a mio agio nei teatri, nei club, nei posti musicali dove ci sono persone che suonano e altre che ascoltano senza nessuna interferenza: la televisione per me lo é. Hai collaborato a lungo con Sting. Hai duettato con Fiorella Mannoia, Max Gazzé, Jorge Drexler (per il film I Diari della motocicletta) e ancora altri artisti. Con chi vorresti lavorare ancora? Sono molto contento di aver fatto queste collaborazioni perché sono venute in maniera molto spontanea e per una stima reciproca tra i diversi artisti. Laddove verranno buone idee per i progetti di collaborazione gratificanti da un punto di vista artistico, io sarò ben disposto a prenderne parte. Con chi in particolare è meno importante, purché ci sia la predisposizione alla collaborazione tra i musicisti. Ti hanno più volte definito un cantante “delicato”. Il vicedirettore di Rolling Stone Usa, Joe Levy, ha recensito il tuo ultimo disco definendo la tua musica “calma e sensibile, a volte anche troppo”. Tu come ti definiresti? Le etichette sono sempre riduttive per le persone come per gli artisti. È evidente che chiunque ascolti un disco in un particolare momento della sua vita può aver bisogno di una cosa piuttosto che di un’altra. A volte siamo molto irrequieti e un disco calmo e delicato può aiutarci a recuperare tranquillità, altre volte invece abbiamo bisogno di qualcosa che ci dia la carica. Dal vivo le mie canzoni sono evidentemente più energetiche: lo studio di registrazione esalta senz’altro di più la mia parte riflessiva mentre nel concerto prevale quella fisica. A me piacciono entrambe. Di recente nel Salento è esploso un gruppo, i Negramaro, il cui è successo è dovuto in gran parte alla bravura del cantautore Giuliano Sangiorgi. C’è da sperare nel futuro dei cantautori in Italia? La canzone come forma musicale sta un po’ al capolinea. Non so che tipo di evoluzione ci sarà ma sono sicuro che non mancherà mai una persona che condividerà con altri il proprio punto di vista attraverso una canzone, di qualsiasi forma essa sia. Il Salento ha una bella realtà musicale e spero che l’esplosione del successo non bruci musicalmente, per colpa di altri, un gruppo giovane come i Negramaro, che sicuramente hanno ancora tanto da dare. In tour con Niccolo’ Fabi: Alessandro Canini – Batteria Lorenzo Feliciati – Basso Francesco Valente – Chitarre Fernando Pantini – Chitarre Andrea Pesce – Tastiere

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