“Lecce sta bene”

Pisanò replica alle dichiarazioni di Rotundo sui conti del Comune

“Nove anni di governo Poli Bortone hanno costituito un ‘rinascimento’ per la città di Lecce”. Lo afferma Eugenio Pisanò, assessore comunale all’Ambiente, in risposta alle dichiarazioni di Antonio Rotundo, candidato sindaco del capoluogo salentino, sulla situazione economica dell’ente

Dopo le dichiarazioni sulla situazione economica e finanziaria del Comune di Lecce da parte di Antonio Rotundo, candidato sindaco dell’Unione, arriva la replica di Eugenio Pisanò, assessore comunale all’Ambiente. “E’ singolare – afferma Pisanò – l’ecumenismo di Antonio Rotundo in riferimento alla possibilità che i conti della città di Lecce siano in dissesto, paragonando la realtà leccese a quella di Taranto. Appare chiara – continua – l’impossibilità dell’opposizione di contrastare l’attività posta in essere nei nove anni di governo Poli Bortone, che rappresentano il vero e proprio ‘rinascimento’ della nostra città. Singolare anche il fatto – aggiunge l’assessore – che società di certificazione accreditate a livello europeo vengano messe in discussione dalle capacità conoscitive di Salvemini e Benincasa, che interpretano un copione già visto di un film di scarsa qualità e realizzano un preciso attacco basato sul a che molto probabilmente ha fatto dimenticare agli stessi consiglieri d’opposizione e allo stesso candidato sindaco la realtà dei fatti. E’ una tecnica ben precisa così come quella della Finanziaria nazionale, la quale ha completamente spento l’entusiasmo degli imprenditori e dei settori produttivi della nostra società, ritrovandosi dopo pochi giorni con entrate faraoniche che danno ragione alla politica economica del governo Berlusconi. Idem per la Regione Puglia, incapace di approvare il Bilancio di previsione, quindi condizionando l’approvazione di tutti i bilanci degli enti locali pugliesi. Intravedo nel futuro la possibilità di ristabilire una pressione fiscale insostenibile nella nostra città. Solo così la Sinistra è capace di risanare i conti, ma non è certo il caso di Lecce. Mi piace – puntualizza Pisanò – la parabola rotundiana sulla restituzione della casa. Siamo entrati tra le macerie ed i puntelli di un palazzo quasi diroccato (cito solo i 55 miliardi di lire della transazione Saspi) per restituirlo a noi stessi completamente ristrutturato. Quanto al patrimonio immobiliare del Comune, Rotundo farebbe bene a comprendere che il patrimonio indisponibile crea costi all’ente e va ceduto. Di contro Rotundo dimentica le acquisizioni al patrimonio, come il teatro Apollo, Palazzo Turrisi, il convento degli Agostiniani, Palazzo Vernazza ed il monastero di Santa Chiara”.

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