Il 31 dicembre di San Silvestro

Il santo benedettino di Osimo. Che si ricorda l’ultimo dell’anno

L’ultimo dell’anno non è solo il giorno del cenone in grande stile. E’ anche, e soprattutto, il giorno dedicato a San Silvestro, che scelse in vita la vita povera e di vicinanza a Dio

Dimentichiamo per un attimo, il tradizionale cenone dell’ultimo dell’anno. Non pensiamo, anche se è difficile, alle usanze tipiche delle nostre feste; l’abbigliamento rosso, un oggetto nuovo, il bacio sotto il vischio. E ce sarebbero a centinaia da elencare. Cerchiamo, invece, di ricordare che il 31 dicembre è anche il giorno di San Silvestro, esempio dell’uomo credente, esponente tradizionale del monachesimo benedettino. Che cosa sappiamo di lui? Forse troppo poco. Silvestro nasce ad Osimo (Ancona) verso il 1177 da una famiglia benestante, del casato aristocratico denominato Guzzolini, il cui palazzo decora ancora l'attuale centro storico della città. Dai genitori Gislerio e Bianca viene destinato alla professione forense e perciò inviato a Bologna e a Padova. Lo studio del diritto però non lo entusiasma affatto; così decide di dedicarsi all'approfondimento della teologia, contro il volere del padre. Ammesso tra i chierici canonici del duomo di Osimo, si impegna nella predicazione; ma ben presto si acuisce un contrasto con il vescovo locale, Sinibaldo, al quale Silvestro rimprovera una vita non troppo edificante. Sarà anche questo contrasto a condurre Silvestro alla vita solitaria, che sarà tradotta concretamente con l'abbandono, di notte, della città di Osimo, verso il 1227. Silvestro ha già 50 anni, quando si dedica ad una vita di aspra penitenza e di assidua preghiera, con un regime alimentare ridotto al minimo. Auspicando una solitudine sempre più accentuata, dimora in varie grotte della montagna, l'ultima delle quali è Grottafucile, dove in seguito costruirà un piccolo monastero (di cui rimangono oggi solo pochi ruderi). Nel 1228 riceve la visita di due legati del papa Gregorio IX, i domenicani Riccardo e Bonaparte, i quali lo invitano ad entrare in uno degli ordini già approvati. Silvestro opta per la Regola di S. Benedetto; tale scelta è il risultato di una intensa ricerca spirituale, in cui viene confortato anche da una visione di san Benedetto che lo invita a scegliere il suo abito. Nel 1231, Silvestro lascia Grottafucile e trova il luogo adatto per l'edificazione di un monastero più vasto: è il Monte Fano, nei pressi di Fabriano, dove comincia ad accogliere discepoli. Silvestro compie vari miracoli con il segno della croce: guarisce storpi e ciechi, spegne un incendio a San Bartolo presso Serra San Quirico, trasforma l'acqua in vino a Grottafucile, allunga una trave tagliata per sbaglio troppo corta sul Montefano, libera indemoniati. Silvestro si spegne nella serata del 26 novembre 1267, dopo pochi giorni di febbre ardente. La devozione dei devoti rende possibile la costruzione di un sepolcro adeguato, che nel corso dei secoli subisce varie modifiche; edificato in marmo nel 1660, viene sostituito nel 1968 da un'urna di cristallo e ottone, in un santuario che illustra vari episodi della vita del santo eremita.

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