C’era una volta la chiesa del 500

Della mania di sostituire il vecchio con il nuovo

E’ necessario documentare le brutture per poter meglio conservare le bellezze e riflettere su quello che potrebbe esserci e non c’è. Ed avere un’idea chiara di ciò che avremmo potuto conservare

La salvaguardia del patrimonio storico-artistico, della ricchezza delle testimonianze architettoniche, figurative e urbanistiche passa necessariamente attraverso la consapevolezza che i cittadini hanno del loro valore storico, culturale, estetico. La maggiore sensibilizzazione alla tutela dei beni culturali è un dato di fatto degli ultimi decenni (stampa, mass-media, Università, enti locali); tuttavia molto c’è ancora da fare e molto e molti sono gli errori del passato prossimo… e del presente! E’ proprio da queste “sviste” e dalle incongruenze e dai numerosi sbagli già compiuti che bisogna ricominciare. Non dobbiamo perciò limitarci a segnalare testimonianze storico-artistiche in pericolo e in degrado, ma evidenziare scelte inopportune o danni irreversibili, esperienze negative dalle quali imparare per poter progettare il futuro. La mania di sostituire il “vecchio” o di ammodernarlo è sotto i nostri occhi, a volte caratterizza inevitabilmente i nostri centri antichi e il nostro ambiente e non si può fare ormai a per nasconderla. Cominciamo allora a documentare le “brutture” per poter meglio conservare le bellezze, partiamo dalle contraddizioni più evidenti e più forti. Si potrebbero così raccogliere non solo eloquenti immagini di strutture pericolanti o di beni mobili e immobili da recuperare, ma anche testimonianze delle trasformazioni di quegli angoli urbanistici o di quei monumenti minori condannati a un destino irreversibile e irrimediabilmente perduti. Occorre riflettere su quello che potrebbe esserci e non c’è, in modo da avere un’idea chiara di ciò che avremmo potuto conservare. Ciò servirà a valorizzare ulteriormente le nostre risorse e sarà forse un antidoto alla perpetuazione dei mali. Già molto tempo fa, un salentino come Cosimo De Giorgi, perlustrando in lungo e in largo la penisola per un censimento delle sue risorse (artistiche e ambientali), lamentava la mania di sostituire il vecchio con il nuovo. Chissà che non si contribuisca così a tutelare il nostro buon senso civico ed estetico.

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