Casarano e zone agricole. Variare il prg?

Sarà probabilmente bocciata la proposta di accorpamento di terreni a titolo oneroso

Costruire in zona agricola. Fedele Pisanò, difensore civico di Casarano, spiega che non è permesso, a chi non sia imprenditore agricolo, alcun tipo di intervento edilizi sul fondo agricolo

La proposta di delibera che modifica i parametri per costruire in zona agricola “potrebbe costituire una variante esplicita allo strumento urbanistico vigente, ma anche una variante implicita al Piano Regolatore in attesa, ormai, di approvazione regionale”. Lo sostiene il difensore civico di Casarano, Fedele Pisanò, in una relazione inviata ai 21 consiglieri comunali che questa mattina (ore 9) dovranno discutere ed eventualmente approvare la proposta avanzata dall’amministrazione comunale. La tesi del difensore civico, protocollata ieri mattina, potrebbe affossare definitivamente la proposta di “accorpamento dei terreni in zona agricola a titolo oneroso” che già nei giorni scorsi aveva riscontrato pareri negativi da parte dei Democratici di Sinistra, di Forza Italia e della civica “Casarano Amica”. Rispondendo alla richiesta degli ex amministratori Lillino Casto e Giovanni Coletta, che avevano inviato un documento contro la proposta ai consiglieri comunali e allo stesso Pisanò, il difensore civico mette in guardia i rappresentanti dei cittadini sulla probabile illegittimità della delibera. Il legale, in particolare, dopo aver fatto un’attenta analisi sulle norme che regolano la materia, ritiene “in maniera esaustiva, che la qualifica del terreno a zona agricola permette l’accorpamento solo a chi abbia la qualifica di imprenditore agricolo, titolare quindi di azienda”. “Di contro – precisa il difensore civico – il mancato possesso del requisito soggettivo, le attenzioni alle esigenze produttive e, non da ultimo, le norme generali a tutela del patrimonio ambientalistico, non permettono a chi non è imprenditore agricolo alcun tipo di intervento edilizio, nemmeno a titolo oneroso, sul fondo agricolo”. Per questi motivi, Pisanò invita i consiglieri comunali “a valutare l’opportunità dell’approvazione della norma proposta” perché si collocherebbe “in contrasto con la normativa regionale vigente e, ovviamente, non modificabile da norme legislative di rango inferiore, come sono quelle del consiglio comunale”. Una vera lezione di diritto che si spera possa far meditare i membri dell’assemblea cittadina e che costituisce, senza ombra di dubbio, un punto a favore di quanti in questi giorni si sono indignati ed hanno protestato per questo ritorno al passato, a cominciare da Casto e Coletta, rispettivamente sindaco e assessore all’Urbanistica del 1993, quando le “allegre” concessioni in zona agricola furono bloccate semplicemente applicando le norme vigenti.

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