A casa della signora Maria Campana
Questa prima visita a domicilio di Fernando Schiavano ha il senso del ritorno e del recupero della memoria. E’ accompagnata dal rito della consegna di un dono e dall’effimero di una sua nuova installazione di oggetti del passato
Una performance attraverso la quale Xlavio vuole simbolicamente ricordare il nostro debito nei confronti della continua espropriazione della cultura delle origini, quasi a voler anare la distanza che ce ne separa, riportandoci alle radici più autentiche della nostra identità. Custode ed esperto conoscitore di stili di vita quotidiana d’un tempo, ci fa riscoprire inusuali potenzialità espressive negli oggetti desueti, dopo aver ricostruito il vissuto di tante “storie”, raccontategli durante la sua esperienza di lavoro come operatore socio-assistenziale. La sua ricontestualizzazione “assemblata” di elementi minimali o ancestrali, come l’insieme di campanelle che si riflettono negli specchi accanto a quello giustapposto delle cinque armi arrugginite, avviene questa volta all’interno di uno spazio privato, l’abitazione superstite di una persona anziana, in una strada di negozi e uffici. Si avvera perciò l’idea di fare arte nei luoghi “propri”, familiari, lì dove risuona l’autenticità dell’opera, così come dell’ambiente, delle persone e delle situazioni. Attraverso questo intervento, quindi, Fernando libera la sua e la nostra fantasia, svelando significati nascosti, risemantizzando segni archetipici. Da una parte le primitive testimonianze di arcaici ritmi vitali, dall’altra la campanella, vero “emblemata loci” che continua ad accomunarci, rafforzando la nostra appartenenza alle stesse radici. Così, i fili che ci collegano ad un passato spesso dimenticato, ma sempre presente, potenziano l’immaginazione di ognuno di noi, rendendoci più consapevoli delle radici del nostro vissuto, in una continuità che ci trasporta verso esiti inusuali. Fuori da vincoli e da schemi iconico-visivi abituali, manufatti artigianali diversi nelle dimensioni, nei materiali e nelle forme, in questo caso i tuoni e i fulmini di una propiziatoria danza della pioggia, si assemblano armonicamente, caricandosi di forti suggestioni nella loro valenza estetica e antropologica.
Con questo insieme di linee, volumi, colori, attinto al patrimonio della cultura materiale e dell’immaginario collettivo, Fernando riesce a esprimere la gioia pura del creare, in una sintassi continuamente “reinventata” e imprevedibilmente “rideterminata”. Tutto ciò può servire ad allontanarci dai falsi miti e dalle continue mistificazioni della omologante società consumistica.
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