
Un bravo all’avvocato Fabio Valenti che non parteciperà più alle primarie del centrosinistra per il candidato sindaco di Lecce
Un bravo all’avvocato Fabio Valenti che non parteciperà più alla competizione interna al centrosinistra per la scelta del candidato sindaco di Lecce. Restano in lizza per le primarie del 17 settembre Loredana Capone, Giampiero Corvaglia, Beppe D’Ercole, Piero Manni e Antonio Rotundo. “Davvero troppi candidati” secondo Valenti, per il quale “non si tratta più di scegliere, ma di una conta tra i partiti”. In effetti, il meccanismo che ha visto prevalere Vendola su Boccia e che è servito a coagulare l’Unione intorno a Romano Prodi, perde di attrattiva e di innovazione se diviene una vetrina in cui scaldare i muscoli prima della competizione reale. Dopo le elezioni politiche del 9-10 aprile, le Amministrative del 28-29 maggio (con ballottaggio 15 giorni dopo) e il referendum del 25-26 giugno, non si può abusare oltre della pazienza degli elettori: il rischio nausea è altissimo. Bene quindi il “pentimento” di Valenti, che pure era stato il primo a sfidare i due contendenti della prima ora (Capone e Rotundo), innescando così la rincorsa da parte delle componenti più piccole della coalizione a colmare ogni possibile spazio politico con una candidatura autonoma. L’opinione del Golem è invece che si debbano sfidare due soli candidati, costringendo i partiti a negoziare un programma politico condiviso con l’uno o l’altro. Un encomio a Valenti e alla sua evidente dote di preveggenza anche per il tempismo del suo annuncio che lo ha tolto da una situazione imbarazzante. Il Quotidiano del 20 giugno titolava “colpo di scena: Valenti si ritira dalle primarie” e la mattina dello stesso giorno il suo assistito Paolo Pagliaro veniva condotto agli arresti domiciliari.