No Tap, un presidio lungo un anno

Con Marco Santoro Verri, del movimento civico No Tap, ripercorriamo le tappe di una scelta fatta di dissidenza civile

Di Ilaria Lia

È passato un anno dall’inizio dei lavori sul cantiere Tap nella zona di Melendugno. Era fine marzo quando la popolazione che si è opposta alla costruzione del gasdotto ha iniziato a presidiare la zona e nonostante gli attacchi di ogni tipo, verbale quando non fisico addirittura, sono ancora lì a rivendicare le proprie idee. A ribadire ancora il proprio no verso un’opera ritenuta inutile, frutto di accordi poco chiari e dannosa per l’ambiente.

Marco Santoro Verri

“Contestiamo la corruzione internazionale, le scelte prese da governi che fanno favori alle multinazionali e calpestano la dignità delle popolazioni – afferma Marco Santoro Verri, componente del Movimento No Tap – poi rientra il discorso, di pari importanza, sulla tutela dell’ambiente. Nel frattempo però subiamo la devastazione, l’affare losco dietro. Quello che ci fa molta rabbia è che le ragioni della nostra protesta vengono sempre travisate o sminuite. Noi non stiamo combattendo per questa parte di Salento o per Melendugno, ci stiamo impegnando per tutti, questa è un’opera che paghiamo tutti e che ricade sul futuro di tutti. La nostra non è solo difesa dell’olivo e del mare, è la dignità dei cittadini”.

A distanza di un anno il gruppo, composto da persone di diversa estrazione e provenienza, non solo non ha perso lo spirito battagliero, ma si è rinvigorito ed è diventato molto coeso e forte.

“La forza esplosiva del Movimento è questa – continua Marco –, la capacità di mettere al primo posto la battaglia per una causa così importante e grande. Siamo molto uniti e lo dimostriamo sempre”. Una grande famiglia che vive ogni momento insieme e partecipa alla vita delle comunità: hanno festeggiato il carnevale nei Comuni vicini; ogni momento di festa è un buon motivo per stare ancora più vicini.

“La solidarietà da parte di tutti gli altri a noi vicini non è mai mancata – afferma Silvano De Rinaldis, uno degli attivisti –. Nel gruppo si condividono degli ideali e il sacrificio delle notti passate a fare le ronde nel cantiere dove Tap lavora “sporco”, oltre gli orari consentiti dalla legge. Gli operai lavorano fino a notte fonda, ogni sera c’è un viavai di betoniere, poliziotti e altri mezzi pesanti. I nostri discorsi intorno al fuoco sono questi: i lavori notturni che producono rumori insopportabili per chi abita nelle vicinanze; di un allevamento di api andato distrutto perché la zona è illuminata a giorno, cosa che ha fatto perdere il ritmo biologico alle api e agli animali notturni in genere”.

Come in tutte le famiglie ci sono gli alti e i bassi, commentano, ma i problemi si superano in fretta. Nonostante gli attacchi e le continue provocazioni dall’esterno. “Quando ci si rende conto che gli attacchi sono fondati su bugie, messe in piedi solo per denigrare e screditare, allora non puoi che continuare a portare avanti le tue idee”, continua Marco, riferendosi alle tante dichiarazioni dei politici che di volta in volta provano a mettere a tacere i manifestanti. L’unico politico ad essere ricordato perché onesto è il compianto assessore regionale Guglielmo Minervini, che da subito si è schierato contro l’opera ritenendola inutile per il territorio e dannosa ovunque.

“Quando noi abbiamo iniziato a studiare, ad informarci – prosegue Santoro Verri – hanno iniziato ad accusarci di essere violenti. Abbiamo iniziato a dire che l’opera sta andando avanti grazie a favori sotto banco tra politica e multinazionali e loro hanno iniziato a dirci violenti. La violenza è mistificare la realtà; è una zona rossa dalla quale dover restare lontani; è la macchina della Digos fuori dalla nostra sede quando facciamo la assemblee (frequentate da persone tranquillissime); le loro minacce (da parte di polizia e gli stessi ingegneri del cantiere) nei nostri confronti; violenza è essere descritti come criminali quando siamo semplicemente cittadini che chiedono rispetto, ascolto e giustizia sociale”.

Non si aspettano niente dalla politica, rea di aver fatto promesse mai mantenute, in attesa di organizzare delle iniziative degli incontri-dibattiti, per commemorare il primo anno di protesta, si augurano che si fermino i lavori. Che le bugie vengano smascherate e che tutto si sgonfi. “Di sicuro continueremo a farci sentire ovunque, per contestare non solo Tap ma tutto il corridoio sud del gas” – conclude Santoro Verri.

Alcuni momenti al presidio, immortalati dagli stessi attivisti del Movimento NO TAP

 

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