A Casarano c’è la mafia. Anzi no, anzi si. Parola di sindaco

Il Comune di Casarano s’è costituito parte civile nel procedimento contro il clan Montedoro-Potenza. Perché scrive, a Casarano c’è la mafia. Se ne sono accorti pure loro

 

Il Comune di Casarano s’è costituito parte civile nel procedimento contro il clan Montedoro-Potenza.

Con una delibera di Giunta il sindaco Gianni Stefàno e i suoi assessori prendono atto che a Casarano esiste “un’associazione mafiosa” che ha “provocato un danno all’immagine della città, allo sviluppo turistico ed alle attività produttive collegate”.

Per questo, per costituirsi parte civile, danno 2.500 euro all’avvocato Francesco Vergine, lo stesso pagato per querelarmi perché offendevo l’immagine della città scrivendo che a Casarano c’è la mafia.

Quindi io non ci sto capendo più niente: esiste o no la mafia a Casarano? Che cosa dirà mai l’avvocato Vergine per sostenere in dibattimento che ho offeso l’onore e il decoro della città, scrivendo che c’è la mafia a Casarano? Dovrà dire che non c’è (pagato dal Comune) e poi (sempre pagato dal Comune) dovrà anche dire che c’è, per chiedere i danni al clan Montedoro-Potenza.

Dunque a me chiederà i danni perché ho scritto che c’è un clan a Casarano, che la fa da padrone e investe in esercizi commerciali, attività produttive, negozi, bar, intimidendo la cittadinanza con esecuzioni plateali e spedizioni punitive, e dovrà sostenere, se dovessi essere rinviata a giudizio, che la mafia a Casarano non esiste e bla bla; al clan Montedoro-Potenza invece chiederà i danni perché, appunto, il clan “c’è”, “esiste”, ed è attivo a Casarano, investendo in negozi, attività produttive, eccetera.

A parte la schizofrenia o lo strabismo del sindaco Stefàno e della sua Giunta, che dice tutto e il contrario di tutto, questa costituzione di parte civile mi dà la certezza che in quella querela contro la sottoscritta l’unico obiettivo era imbavagliare la giornalista che andava a illuminare zone d’ombra che evidentemente dovevano restare al buio.

Ma in questa brutta vicenda vorrei vedere il bicchiere mezzo pieno: adesso che è ufficiale che a Casarano c’è la mafia, con solerzia il sindaco si darà da fare per estirparla e con tempestività comunicherà al prefetto Claudio Palomba tutte le proprietà e i cambi di proprietà di tutti gli esercizi commerciali e le nuove attività produttive insediatesi a Casarano dalla morte del boss Potenza in poi, cioè dalla sottoscrizione di quel protocollo per la legalità che da un anno e mezzo è rimasto lettera morta.

Sono sicura che con trasparenza e con bandi pubblici selezionerà i progetti cui affidare i beni confiscati al boss Potenza e sono sicura che con trasparenza farà un bando pubblico per l’assegnazione dei beni confiscati a Franco Miggiano detto “il leccese”.

Si si, sono sicura che sarà così. E voi? Sono sicura anche che il sindaco, in uno dei prossimi dibattiti sulla legalità che lo vedono protagonista, vorrà dare conto ai cittadini su quel giudizio della Commissione parlamentare antimafia, che definisce il clan Montedoro-Potenza contiguo ad alcuni esponenti dell’amministrazione comunale. La sua, appunto. Quella che dice che la mafia non c’è, anzi no.

Clicca per leggere la Delibera di Giunta Comunale n.20 del 24-1-18 Cost. Parte Civile – DIARCHIA

 

 

 

 

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