Galeotto fu il bacio e chi lo diede

Nei giorni che precedono il Salento Pride 2017 si moltiplicano le denunce di atteggiamenti omofobi da parte dei gestori di alcune strutture turistiche locali. Il presidente di Arcigay Salento smorza le polemiche: “Casi eccezionali non mettono in discussione l’apertura mentale del territorio”

Di Francesca Rizzo

Spunta l’arcobaleno a Gallipoli, che per il secondo anno consecutivo ospiterà Salento Pride, manifestazione che getta una luce sulle rivendicazioni della comunità LGBT. Eppure non mancano le nuvole in una terra balzata ai disonori della cronaca per episodi omofobi avvenuti in piena stagione turistica. L’ultimo è avvenuto pochi giorni fa: in un lido gallipolino una coppia gay sarebbe stata ammonita per un bacio; “Il direttore del lido balneare – denuncia Gianni Leone, una delle vittime – si è avvicinato a me e al mio compagno (senza perdere tempo in presentazioni) imponendoci, con modi non proprio affabili e amichevoli, di non baciarci ulteriormente, pena l’allontanamento dalla struttura; al che, chiedendo chi lui fosse ed una valida motivazione, in prima battuta ci ha risposto «Perché lo dico io», tagliando corto e guardandoci in maniera prepotente. È rimasto accanto a noi circa 5 minuti, con le braccia conserte e con lo sguardo imbronciato. Al che gli abbiamo riposto la domanda (…) infastidito, ha replicato appellandosi al fatto che nella struttura ci fossero famiglie con bambini (…)”.

Roberto De Mitry, presidente di Arcigay Salento “La terra di Oz”, condanna l’accaduto, bollandolo però come un’eccezione in un contesto di assoluta apertura. La sezione locale di Arcigay opera da diversi anni a Lecce e in provincia, garantendo azioni di tutela per le vittime di omofobia e organizzando, nell’arco dell’intero anno, attività per far conoscere la cultura gender e per promuovere una crescita intellettuale della società. Ad eventi straordinari come il Pride e la Giornata internazionale contro l’omofobia si accompagnano appuntamenti a cadenza settimanale aperti a tutti: doposcuola, cineforum e gruppi di lettura.

Oltre ad essere una festa legata al territorio, il Salento Pride 2017 è un incontro per chiedere, ancora una volta, il riconoscimento dei diritti della comunità LGBT e la tutela delle vittime di omofobia.

// L’intervista a Roberto De Mitry, presidente di Arcigay Salento “La terra di Oz”

Roberto, siamo ormai alla vigilia del Salento Pride, che per il secondo anno consecutivo si terrà a Gallipoli, una città sulla quale ultimamente si è detto tanto. Come mai questa scelta?

Abbiamo scelto nuovamente Gallipoli per esaltare la vocazione turistica di questa città, tra le mete estive più scelte dalla comunità LGBT. L’intera organizzazione ha funzionato grazie anche alla collaborazione virtuosa con l’amministrazione comunale e le forze dell’ordine. Alla manifestazione è prevista anche la presenza del sindaco, a testimoniare questo accordo.

Quest’anno il tema dell’evento è Diritti e sapori. Perché quest’accoppiata?

Abbiamo voluto organizzare il Pride come manifestazione dedicata alle rivendicazioni arcobaleno, ma, più in generale, all’orgoglio di essere salentini. Abbiamo scelto di rappresentare il territorio anche dal punto di vista gastronomico e folkloristico, invitando chiunque operi in zona ad unirsi a noi perché nel corteo vengano rappresentate tutte le sfaccettature del Salento.

Giusto alla vigilia del Pride si registrano numerosi atteggiamenti omofobi: l’ultimo in ordine cronologico, denunciato da Arcigay Salento, si è verificato proprio a Gallipoli, dove una coppia è stata rimproverata per un bacio…

In realtà le coppie discriminate al G-Beach sono due, non una: oltre al caso segnalato a noi da Gianni, c’è un’altra segnalazione, partita dal gruppo Facebook “In piazza per il family gay”. Due denunce, da parte di coppie diverse, in pochi giorni, danno un peso diverso al comportamento dei gestori del lido. Questi si sono difesi facendo riferimento ad un solo caso e definendo i baci “troppo veementi”, visto il luogo pubblico. Una sola coppia è un caso isolato, ma se l’atteggiamento repressivo si ripete, a nostro avviso è discriminazione pura.

In base all’esperienza quotidiana di Arcigay sul territorio, questo tipo di atteggiamenti rappresenta un’eccezione o la prassi?

Per fortuna sono un’eccezione. Sono casi isolati, in realtà il Salento è molto aperto. Lo abbiamo verificato anche durante l’organizzazione del Salento Pride: molte aziende hanno voluto dare un contributo, altre ci hanno contattato per partecipare attivamente, organizzando degli eventi. L’apertura mentale e l’accoglienza del Salento non possono essere messe in discussione da pochi casi eccezionali.

Qual è il ruolo della vostra associazione in casi come quello denunciato da Gianni?

Il nostro compito, come Arcigay, non è difendere a spada tratta la comunità LGBT, ma appurare innanzitutto dov’è il torto. La segnalazione di Gianni fa riferimento ad un episodio avvenuto il 14 agosto: noi non lo abbiamo denunciato subito, ma come sempre abbiamo avviato un’inchiesta interna a livello nazionale, regionale e locale per verificare come si siano svolti gli eventi. In casi come questo chiediamo sempre alle presunte vittime un resoconto scritto di quanto è successo; normalmente, se è il caso di rendere pubblici i fatti, tuteliamo la privacy di chi denuncia garantendo l’anonimato, ma conserviamo in archivio tutti i dati. In questo caso è stato Gianni stesso a chiederci di evitare l’anonimato, e questo dà maggiore credibilità, naturalmente, alla sua testimonianza. Il nostro protocollo evita che denunce prive di fondamento dipingano il territorio come un posto diverso da ciò che è.

Crolla quindi, finalmente, il luogo comune del Sud come terra arretrata?

Se il Salento fosse un territorio chiuso alle tematiche arcobaleno non avrebbe un’offerta turistica così ricca, anche verso la comunità LGBT.

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