I nostri 100 passi

Il progetto della rete “Il Veliero parlante”. La resistenza civile di docenti e bambini.

Di Marilù Mastrogiovanni

Quanto sono 100 passi? Avete mai provato a misurarli? Quelli di un bambino che ha iniziato a gattonare sono pochi metri, quelli di un velocista forse un kilometro. Quelli che separavano la casa di Peppino Impastato dalla casa del boss del paese erano poco più di cento metri.

100 passi.

Avete mai provato a misurare la distanza tra voi e il luogo in cui avete assistito ad un’ingiustizia, un sopruso, un malaffare, una violenza. Quanto misura la distanza tra il nostro essere cittadini e la nostra coscienza? Più o meno di 100 passi?

Se poi siamo autrici o autori di un’illegalità, di una piccola grande corruzione, evasione, distrazione, se stiamo in silenzio quando intorno a noi i fatti che accadono ci gridano nelle orecchie che dovremmo gridare anche noi, quanto si accorcia quella distanza?

Nel Salento ci sono decine di scuole riunite in una “rete” che si chiama “Il Veliero parlante” e che con fantasia, impegno e passione propongono progetti per una cultura della legalità e della bellezza. Tra questi progetti ce n’è uno che si chiama “I nostri 100 passi”.

Sono dei “piedoni” illustrati da bambine e bambini con varie tecniche artistiche e che simboleggiano il loro impegno, di bambine e bambini, per la legalità.

Perché per loro la legalità non è mai una parola vuota: è la scelta di un colore, una foto, un ritaglio di giornale, una tecnica scultorea. E’ ricerca, studio, curiosità, conoscenza. Con quanto impegno hanno realizzato quei lavori!

Se li vedeste dal vivo, non potreste che commuovervi.

Poi, con quei piedoni appesi tipo sandwich, sono andati a Palermo, hanno sfilato per le strade testimoniando la loro promessa di diventare giovani donne e giovani uomini pronti ad diffondere “quel fresco profumo di libertà” che già oggi impersonano.

Con loro, silenziosi ma tenaci, tanti docenti. Testimoni di una “resistenza civile” e capillare, come quella invocata dal presidente Sergio Mattarella.

E’ a loro che va il mio grazie, per avermi voluto affianco. Ho già portato la mia testimonianza in alcune scuole de “Il Veliero parlante”. La mia ricompensa sono i sorrisi dei bambini e l’ottimismo che ci pervade, me in primis, alla fine degli incontri.

Questa sì, che è una ventata di libertà!

 

 

 

Leave a Comment