Sanità lascia o raddoppia. Da Roma a Lecce la spending rewiew è tutto un quiz

di Marilù Mastrogiovanni

//INCHIESTA. Consip, il sistema centralizzato per gli acquisti messo su dal Ministero per l’economia dovrebbe garantire risparmi per le casse dello Stato e massima trasparenza. Ma gli sprechi che escono dalla porta rischiano di rientrare la finestra.

Perché c’è un gioco di pulsanti da quiz televisivo che fa acqua da tutte le parti. E poi c’è il gioco del “trova la differenza”, come nel caso della Asl di Lecce. E di quell’ “imprevisto” da 120mila euro.

INDICE:

Spending rewiew è la parola d’ordine (rigorosamente in inglese, of course) degli ultimi governi italiani.

Facile a dirsi, perché per evitare gli sprechi nella Pubblica amministrazione, occorrerebbe metter su una macchina efficiente per la gestione degli acquisti di beni strumentali, di consumo e di servizi al miglior rapporto qualità/prezzo sul mercato.

Soprattutto nel vorace settore sanitario, dove per comprare dalle siringhe ai lacci emostatici, fino ai costosissimi farmaci oncologici alle complesse apparecchiature elettromedicali per ogni tipo di diagnosi, i prezzi possono anche essere triplicati, da Nord a Sud, per la stessa tipologia di prodotto. Ricordate gli scandali delle siringhe d’oro e delle lenzuola d’oro (solo per citarne due)?

Se ci fosse stata un’infrastruttura come la CONSIP non sarebbero mai potuti accadere.

Forse.

 


 

CHE COS’E’ CONSIP

La Consip (Concessionaria Servizi Informativi Pubblici) è una società per azioni facente capo al Ministero dell’Economia, che supporta la Pubblica Amministrazione nell’ottimizzazione degli approvvigionamenti di beni e servizi, in un’ottica di massima trasparenza ed efficienza. Solo nel 2015 ha consentito allo Stato di risparmiare 3,3 miliardi (fonte: Consip).

Il suo modello organizzativo è effettivamente innovativo: attraverso piattaforme tecnologiche (come MePa, il mercato elettronico della P.A.) riesce a dare risposte molto rapide alle esigenze dei singoli Enti pubblici, nel rispetto delle logiche di mercato e della ricerca del miglior rapporto qualità/prezzo.

Consip ha anche una forte vocazione ecologica e di sostenibilità ambientale: fissa infatti parametri sulla prevenzione dei danni alla salute, sull’uso corretto delle risorse e sulla gestione oculata del ciclo di vita dei rifiuti.

Solo per settore sanitario la stima per il 2016 è di un risparmio nell’ordine degli 800 milioni di euro: una cifra enorme. E proprio sulle apparecchiature elettromedicali (oggetto di questa inchiesta), l’amministratore delegato di Consip Luigi Marroni ha illustrato al Sole 24 ore i suoi programmi per il futuro, annunciando la sostituzione nei prossimi 5 anni di oltre 15mila grandi macchine di diagnostica per immagini in tutto il territorio nazionale (pari al 57% del totale) ormai obsolete.

 

COME FUNZIONA CONSIP

Consip registra le esigenze di beni e servizi dalle pubbliche amministrazioni “periferiche” e centralizza l’ordine d’acquisto. Indìce quindi un bando e generalmente strappa prezzi estremamente competitivi, in virtù del gran numero di beni/servizi acquisiti, della procedura di gara molto trasparente, in cui il ribasso ha un ruolo preponderante e, in ultimo, per la solidità dell’acquirente, cioè lo Stato.

Fin qui tutto bene, anzi benissimo.

 

LA PROVA DEL PULSANTE DA QUIZ TV

I primi problemi si registrano nell’assegnazione e distribuzione dal centro alle singole pubbliche amministrazioni.

La procedura prevede l’apertura di un “carrello” telematico, una finestra temporale nel corso della quale le pubbliche amministrazioni periferiche possono prenotare e quindi acquistare i singoli beni/servizi.

Facciamo il caso di apparecchiature di diagnostica già acquistate da Consip (a ottimo prezzo) e che vanno pertanto redistribuite sulle singole ASL. La procedura è piuttosto bislacca: Consip non avverte le amministrazioni interessante dell’apertura del carrello. Tocca alle ASL tenersi informati ed essere anche molto tempestivi perché l’assegnazione avviene attraverso un sistema di click sulla piattaforma.

Una sorta di prova pulsante da vecchio quiz televisivo. Oppure, a pensare male, da vecchio metodo della telefonata per segnalare “attento fra poco apre il carrello”.

Chi si prenota per primo o tra i primi, ha diritto a ricevere le attrezzature. La procedura, obiettivamente un po’ arzigogolata, è illustrata in alcuni video educational.

L’ente pubblico che ha schiacciato per primo il “pulsante” ha diritto a ricevere il bene. Per farlo, paga a Consip il prezzo pattuito attraverso una delibera di aggiudicazione; mentre tutti gli altri restano a bocca asciutta.

Così, tra gli skills richiesti a dipendenti e dirigenti delle nostre Asl, c’è il rischio concreto che venga richiesta la capacità di pigiare rapidamente sul “bottone” della piattaforma, per prenotarsi a ricevere le attrezzature acquistate da Consip.

Un sistema che, per un popolo cresciuto a pane e Lascia e Raddoppia, non sarebbe un problema.

Il problema è che c’è chi ci prende la mano. Velocissimo a prenotarsi anche per attrezzature che non servono alla sua Asl. Giusto così, come per accaparrarsi un’offerta promozionale imperdibile.

E così gli sprechi che erano usciti dalla porta, ritornano dalla finestra.

 

I FURBETTI RISCHIANO DI TASCA PROPRIA

Oppure, altro vizio tutto italiano, c’è chi proprio non vuole saperne di utilizzare Consip per acquistare tutto ciò che serve alla sua Amministrazione.

E si fa il suo bando.

Anche se la legge impone chiaramente di utilizzare la piattaforma Consip per acquistare qualunque bene strumentale: “Le amministrazioni pubbliche sono obbligate ad approvvigionarsi attraverso le convenzioni stipulate da Consip SpA, ovvero dalle centrali di committenza regionali” recita la legge 298/2015, art. 1, comma 510.

Addirittura i dirigenti – è questo che dice la legge (L. 135/2012, art. 15, comma 13, lett. d) – ci rimettono di tasca propria (ossia hanno la responsabilità amministrativa) se è provato l’eventuale illecito (si tratta di illecito disciplinare).

 

QUARTUCCI, ASL FOGGIA: “IL SISTEMA E’ INEFFICIENTE”

Sull’inefficienza del meccanismo di attribuzione dei beni strumentali da Consip alle pubbliche amministrazioni periferiche, abbiamo chiesto il parere a Costantino Quartucci, Direttore dell’Area Gestione Patrimonio degli Ospedali Riuniti di Foggia.

 

Dott. Quartucci, ci spiega come funziona la procedura di acquisto da Consip ad un ospedale pubblico?

Il meccanismo è manuale. Dopo l’aggiudicazione della gara Consip, mettono a disposizione delle ASL italiane le apparecchiature attraverso il cosiddetto “carrello” sul loro sito, per procedere all’ordinazione. Il punto è che, siccome tutta Italia attende questo carrello, il numero dei pezzi è limitato e si esaurisce nel giro di qualche minuto.

Ma Consip comunica la data e l’orario della pubblicazione del carrello?

Non mi risulta. Sono i rappresentanti della ditta che si è aggiudicata la gara ad informare direttamente le varie aziende sull’eventualità che un determinato giorno sia messo a disposizione un carrello su Consip. L’operatore dell’ASL poi si collega al sito e verifica. Nel momento in cui si apre il carrello tutto diventa una gara di velocità.

Cosa suggerirebbe per migliorare questo procedimento?

Consip dovrebbe mettere delle soglie massime. Basterebbe questo: è ingiusto e ingiustificato che un’azienda sanitaria ne possa comprare 100 e un’altra rimanere all’asciutto. Quindi, almeno nella prima tornata, si potrebbe stabilire un massimo di acquisto di 10 pezzi (faccio un esempio). Se poi ne dovessero avanzare, le amministrazioni pubbliche ne possono comprare a volontà. Oggi il meccanismo è davvero casuale.

Ma pensa che vengano fatti favoritismi tra le ASL?

No, non credo ci siano preferenze. E’ solo il sistema che è inefficiente. Noi, a Foggia, qualche mese fa abbiamo provato ad acquisire delle apparecchiature elettromedicali, ma siccome il quantitativo era minimo, non ci siamo riusciti. Un nostro medico aveva fatto la richiesta di due ecografi che erano su Consip. Abbiamo provato a schiacciare il bottoncino, ma il quantitativo, nel frattempo, era già esaurito.

 

GASPARRI, DIREZIONE CONSIP: “COLPA DEI DIRIGENTI PUBBLICI”

Se i dirigenti Asl si lamentano del sistema pittoresco del pulsante da quiz tv, dal canto suo Consip lamenta l’inefficienza dei dirigenti pubblici.

Lo scorso 21 giugno, nel corso del 2° forum su “L’evoluzione degli acquisti in sanità – il valore della riforma in termini di equità, trasparenza, sostenibilità e accesso a farmaci e dispositivi” svoltosi a Roma presso l’auditorium Antonianum,

Marco Gasparri della Direzione Sourcing Servizi e Utility CONSIP ha aperto una vivace polemica con le Asl: “Acquistano i beni strumentali senza reale pianificazione e poi li dismettono senza nemmeno averli tolti dagli imballaggi”.

 

ARDESI, ASSOBIOMEDICA: “AUMENTARE I COSTI DI MANUTENZIONE”

Non tutti sono soddisfatti degli oggettivi risparmi introdotti alla centralizzazione degli acquisti. Alcuni mesi fa, Armando Ardesi, presidente dell’Associazione Servizi e Telemedicina di Assobiomedica si è lamentato in un comunicato per la riduzione della qualità dei servizi a discapito delle prestazioni sanitarie. Secondo la sezione di Confindustria “il costo manutentivo di un’apparecchiatura elettromedicale è correlato a molteplici fattori come la sua vetustà, il grado e l’intensità di utilizzo, la quantità e la continuità di prestazioni eseguite con l’apparecchiatura.

Ogni apparecchiatura ha quindi una sua storia personale e non si può fare di tutta l’erba un fascio, fissando un prezzo standard, tra l’altro al ribasso”. Il presidente Ardesi denuncia che “il servizio sanitario sta subendo un allarmante invecchiamento del parco apparecchiature, che richiedono una manutenzione più frequente e accurata”.

Per i rivenditori di apparecchiature elettromedicali quindi, la riduzione dei prezzi, abbassa il livello di qualità della manutenzione, aumentando la deperibilità dei beni strumentali e il rischio di guasti.

Verrebbe da pensare, tuttavia, che per evitare questi rischi, specialmente in settori in cui l’innovazione continua provoca la rapida obsolescenza delle tecnologie, basterebbe rendere un po’ più frequente l’acquisto di nuove apparecchiature, senza aspettare che vadano molti anni oltre il tempo di vita medio. Si creerebbe oltre tutto un “mercato dell’usato” su macchine elettromedicali che ancora funzionano e che possono essere esportate.

La soluzione, insomma, non ci sembra quella proposta da Assobiomedica e sintetizzabile nell’auspicio che le ASL si facciano carico di maggiori costi manutenzione, quanto quella di aumentare la rotazione di queste macchine, alla ricerca di quelle di ultima generazione.

 

 

LE ASL DEVONO COMPRARE DA CONSIP. SENNO’ IL CONTRATTO E’ NULLO

Il servizio sanitario nazionale è obbligato (legge 135/2012, art. 15, comma 13, lett. d) ad acquistare tutto, dagli aghi alle Pet TC, attraverso la piattaforma telematica CONSIP. I contratti stipulati in violazione di quanto disposto dalla legge del 2012 “sono nulli, costituiscono illecito disciplinare e sono causa di responsabilità amministrativa”. Su questo tema, e proprio in materia di appalti nel settore sanitario, si è espresso il Consiglio di Stato nel 2014, affermando che sono nulli i contratti stipulati con altre procedure che non siano quelle previste dalla piattaforma Consip. Sempre il Consiglio di Stato ha ribadito la nullità dei contratti stipulati dalle pubbliche amministrazioni con procedure diverse da quelle della piattaforma Consip in tre sentenze successive su tre differenti ricorsi al Tar del Veneto (n.4134, 4135, 4136 del 7 settembre 2015, Terza sezione).

LO STRANO CASO DELLA BULIMIA DA ECOGRAFI DELL’ASL DI LECCE

Alla fine del 2015 scoppia la polemica all’ASL LECCE: Su 43 milioni e 440mila euro di fondi Fesr 2007/2013 è riuscita a perderne ben il 27 per cento.

Qualche mese prima, la stessa Asl di Lecce aveva indetto una gara per l’acquisto di ecografi da destinare a diversi reparti di tutti gli ospedali pubblici salentini con scadenza il 5 ottobre 2015. La Asl ha una maledetta fretta perché sa che deve spendere i soldi del Fesr (Fondo europeo di sviluppo regionale) entro il 31 dicembre e che se non lo farà quei soldi torneranno alla Ue, come poi è effettivamente accaduto.

Le buste amministrative vengono aperte dopo due giorni il 7 ottobre e quelle tecniche vengono aperte il 23 ottobre. Poi tutto rimane fermo fino al 16 maggio 2016, quando si apre la busta economica.

Nel frattempo, il 16 giugno, cioè 5 mesi prima che Asl aggiudichi in via definitiva il suo bando, si apre il carrello Consip proprio per gli ecografi e l’Asl Lecce compra tutto il comprabile.

E con quali soldi l’ASL di Lecce compra gli ecografi da Consip se i soldi del Fesr 2013-2015 sono andati perduti?

Lo apprendiamo dalla delibera di aggiudicazione del 24 novembre 2016: con soldi del bilancio corrente, in attesa che si possano spendere i soldi Fesr 2014-2020.

Intanto l’Asl, mentre compra da Consip, va avanti parallelamente con la procedura del suo bando “extra” Consip.

 

 

LA GARA CONSIP PER GLI ECOGRAFI

CONSIP acquista dalle multinazionali delle macchine elettromedicali (Esaote, GE, Mindray ecc.) 700 ecografi appartenenti a diverse fasce qualitative (dalle standard a quelle più tecnologicamente avanzate).

Un’occasione ghiotta per l’Asl di Lecce che aveva bisogno di quelle apparecchiature ed era incappata nel problema della scadenza dei fondi Fesr.

Invece, accade un fatto stravagante. Improvvisamente la procedura del bando Asl per l’acquisto “autonomo” degli ecografi subisce un’accelerazione e il 16 maggio 2016 si procede all’aggiudicazione provvisoria dopo aver vagliato le offerte economiche e dato lettura delle valutazioni tecniche. Tutti gli 8 lotti, per un totale di 4 ecocardiografi e 16 ecografi vengono assegnati. Dai documenti in nostro possesso le aggiudicazioni riguardano un po’ tutti le principali multinazionali: non c’è quindi nessuna anomalia da segnalare riguardo la “scelta” dei fornitori. Se non quella sentenza del Consiglio di Stato, secondo cui sono nulli tutti i contratti stipulati al di fuori dei bandi Consip.

Il fatto davvero strano riguarda proprio la bulimia dell’Asl di Lecce rispetto al fabbisogno di questi costosissimi ecografi. Una bulimia così fagocitante che la Asl ricorre contemporaneamente sia al bando autonomo a rischio nullità, che alla piattaforma Consip.

Di lì a poco (16 giugno), infatti, si apre il “carrello” Consip e l’Asl di Lecce, attraverso il sistema un po’ pittoresco da “Lascia o Raddoppia” che abbiamo descritto, riesce ad aggiudicarsene ben 76 su 700.

Un numero davvero impressionante che viene giustificato con le richieste che precedentemente erano giunte dai direttori sanitari dei singoli distretti e presidi. Oltre il 10% degli ecografi disponibili per tutte le Asl d’Italia, viene comprato dalla Asl di Lecce.

Nonostante questo, la bulimia della Asl leccese non è ancora soddisfatta.

 

 

UN FIUME DI ECOGRAFI SUL SALENTO

Gli altri 20 ecografi oggetto del bando dell’Asl che fine fanno? Potranno chiederci gli attenti lettori che ci hanno seguito fin qui nella ricostruzione di questa complessa vicenda. Forse il bando è stato revocato? Visto che non sono più acquistabili con i fondi del Fesr scaduto e che, nel frattempo, sono arrivati ben 76 ecografi acquistati a ottimo prezzo tramite Consip, è evidente che si potesse bloccare la procedura di gara.

E invece, stranamente no. Il bando è andato avanti ed è stato comunicata ai vincitori le procedure di consegna e pagamento di questi sofisticati strumenti.

Un totale di 76+20 ecografi, ecocardiografi ed altre apparecchiature ad ultrasuoni si riverseranno sui presidi dell’Asl di Lecce.

E le altre Asl pugliesi? Quasi 100 macchine su Lecce e provincia, mentre l’Asl di Foggia si è dovuta accontentare di un numero di ecografi che si contano sulle dita di una mano.

Può essere questo un sistema da migliorare?

Secondo noi, deve.

 

 

IL BANDO “EXTRA” CONSIP DELLA ASL DI LECCE

La Asl di Lecce il 30 novembre scorso ha aggiudicato il bando da un milione e 800mila euro per l’acquisto dei 20 ecografi. Di quel milione e 800mila euro in verità, 600mila euro sono imputabili ad iva (275.879) e costi vari, che forse, grazie alla piattaforma telematica di acquisti per la pubblica amministrazione, si sarebbero potuti ammortizzare. Tra i costi anche 120mila euro di “imprevisti” non meglio specificati: gli “imprevisti” dal progetto esecutivo a quello definitivo schizzano da € 372 a € 120.000. Va bene essere previdenti, ma che posto è la Asl di Lecce dove si verificano “imprevisti” da 120mila euro?

LA TORTA

La fetta più grossa della torta del bando gestito autonomamente dalla Asl di Lecce va alla Philips, per un totale di 820.947 euro e otto ecografi, seguita da Esaote, per un totale di 312.598 e 11 ecografi e Predict, per 75mila euro e un ecografo.

La copertura della spesa è garantita dalla Regione Puglia sul bilancio corrente, in attesa di avvalersi dei fondi Fesr 2014-2020.

Cioè: non solo la Regione ha perso 12 milioni, ma per avere 76 nuovi ecografi ha dovuto attingere al proprio borsellino, in attesa dei Fondi europei.

Una beffa nella beffa.

 

 

LEO, ASL LECCE: “IL BANDO ASL ERA NECESSARIO”

Nella determina di aggiudicazione di gara, per giustificare la scelta del bando “extra” Consip, si fa riferimento al fatto che in quel momento non ci sono sulla piattaforma ministeriale bandi aperti con attrezzature di quel tipo e che comunque una delle attrezzature messe a bando ha un costo inferiore a quello di Consip.

Abbiamo sentito l’ingegner Antonio Leo responsabile dell’istruttoria e RUP (responsabile unico del procedimento) del bando Asl, che ci ha confermato che il bando è stato fatto perché in quel momento non c’erano “carrelli” Consip attivi e comunque non erano disponibili attrezzature di così elevata qualità come quelle messe a bando dalla Asl. Tra le attrezzature Consip e quelle del bando Asl ci sarebbero delle differenze qualitative tali da rendere necessario un bando ad hoc. “E’ per questo che abbiamo fatto il bando”, ha detto.

Quindi tutto è bene quel che finisce bene.

O no?

 

 

IL GIOCO “TROVA LE DIFFERENZE”

In verità le cose stanno diversamente da quanto scritto dalla Asl di Lecce in un atto pubblico (delibera di aggiudicazione del 24 novembre).

Mentre il bando “extra” di Lecce era aperto, Consip ha aperto ben due carrelli da cui Lecce ha acquistato attrezzature a prezzi molto più vantaggiosi di quelli del “suo personale” bando. Bando che, invece di sospendere in autotutela, ha portato avanti, spendendo di più per attrezzature simili a quelle che aveva pagato poco prima, a molto meno. Inoltre, molte delle attrezzature Consip sono qualitativamente assimilabili a quelle Asl. Ricapitolando: nello stesso, lunghissimo, arco temporale, Asl compra attrezzature simili prima da Consip a poco prezzo e poi in autonomia a prezzi alti. Perché?

VERIFICHIAMO TEMPI E COSTI

Facciamo degli esempi: il primo carrello Consip è stato aperto il 16 giugno del 2016 (e ha le stesse caratteristiche del lotto 2 del bando Asl) relativamente a ecocardiografi top gamma. Questo “carrello” di Consip è stato aggiudicato da General electric. Da questo carrello vinto da GE, col sistema del “pulsante lascia o raddoppia”, Asl Lecce acquista 11 ecocardiografi per un totale di 374.000, a cui aggiungendo gli accessori si arriva a 760.180 (iva esclusa). Successivamente, con il bando “extra”, con il gioco del “trova le differenze”, Lecce ne compra 3 da Philips per 299.188 netti inclusi accessori ma meno completi di quelli Consip.

Il secondo carrello Consip si è aperto il 7 luglio (stesse caratteristiche del lotto 3 del bando “extra” di Asl) ed erano ecografi top gamma multidisciplinari di tipo internistico radiologico.

Anche questo “carrello” è stato aggiudicato su Consip da General electric. Su questo bando, sempre col sistema del pulsante, Lecce compra 10 ecografi modello base per 250.000 (iva esclusa) a cui aggiungendo sonde, assistenza e manutenzione si arriva a 554.980 netti. Per le stesse macchine modello base, (lotto 3) con il bando “extra” del “trova le differenze” la Asl di Lecce compra 4 macchine e se le aggiudica sempre Philips a 373.500 (iva esclusa).

In totale la Asl spende su Consip € 3.128.638,24 per 76 ecografi e € 1.218.545 per 20 ecografi sul bando in autonomia.

A grandi linee e solo per avere un’idea della spesa: con Consip un ecografo costa 41mila euro; con il bando Asl costa 50% in più: 60mila.

 

 

PERCHE’ COMPRARE DI PIU’ A MENO QUANDO SI PUO’ COMPRARE DI MENO A PIU’?

Sembra essere questa la domanda posta alla base del bando che la Asl di Lecce ha portato avanti autonomamente, al di fuori di Consip. Asl Lecce nella delibera di aggiudicazione del bando da un milione e 800mila euro giustifica la necessità di acquistare macchine in autonomia col fatto che sono macchine qualitativamente diverse e di livello superiore da quelle disponibili su Consip. E’ difficile orientarsi tra modelli diversi di attrezzature complesse. Il gioco del “trova le differenze” non è uno scherzo.

Ma, almeno in un caso la perfetta corrispondenza tra due macchinari salta agli occhi, perché la macchina “Mylabseven Esaote” è identica in tutto e per tutto a quella messa a bando da Consip. Ma quella Consip ha i software in più e costa meno. Quella comprata con il bando Asl ha i software in meno e costa di più.

 

 

ECCO LA MACCHINA IDENTICA

MYLABSEVEN ESAOTE configurazione eHD – versione GP (ecografo internistico per urologia, radiologia, reumatologo, oncologia)

L’Asl di Lecce compra 25 di queste macchine da Consip (lotto 2), al costo unitario di 17.060 euro (con software opzionali inclusi).

E compra altre 4 macchine dello stesso modello con il bando in autonomia (lotto 4) al costo unitario di 28.925 euro (privi di software opzionali).

Le macchine (MYLABSEVEN ESAOTE) acquistate con Consip andranno ai seguenti Distretti:

  • 3 a Lecce
  • 4 a Campi Salentina
  • 4 a Nardò
  • 3 a Maglie
  • 3 a Gallipoli
  • 3 a Poggiardo
  • 1 a Casarano
  • 1 a Gagliano del Capo
  • 1 all’ospedale Vito Fazzi di Lecce (Chirurgia Generale)
  • 1 all’ospedale Ferrari di Casarano
  • 1 all’ospedale Veris Delli Ponti di Scorrano

Quelle acquistate con il bando in autonomia andranno:

  • 1 a Casarano (Pediatria)
  • 1 a Galatina (Nefrologia)
  • 1 a  Lecce (Unità terapia intensiva neonatale)
  • 1 a Copertino (Urologia)


E ancora: i lotti del bando Consip e quelli del bando gestito in autonomia dalla Asl di Lecce sono assimilabili gli uni con gli altri.

 

 

“TROVA LE DIFFERENZE”: 5 LOTTI CONSIP SOVRAPPONIBILI A QUELLI DEL BANDO ASL

Come detto, la Asl di Lecce giustifica il ricorso al bando autonomo col fatto che sulla piattaforma ministeriale le macchine disponibili sarebbero diverse. Ma a ben vedere i lotti Consip e i lotti Asl sono assimilabili gli uni con gli altri:

– il lotto 2 del bando Asl, “ecocardio top”, è assimilabile al lotto 3 Consip, “ecocardiografo di fascia alta”;

– il lotto 3 del bando Asl, “ecografo top”, è sovrapponibile al lotto 1 Consip, “ecotomografo multidisciplinare fascia alta”;

– il lotto 4 del bando Asl, “ecografo internistico fascia medio / alta” è identico a quello del lotto 2 Consip, “ecotomografo multidisciplinare fascia media”; infatti, andando a leggere nello specifico delle due delibere, vediamo che in entrambi i casi si tratta di un modello denominato “Mylab seven” fornito dall’azienda “Esaote”;

– il lotto 5 del bando Asl, “ecografo portatile alta fascia”, è simile al lotto 7 Consip, “ecotomografo portatile fascia alta”;

– il lotto 7 del bando Asl, “ecografo ostetrico ginecologico alta gamma”, è assimilabile al lotto 5 Consip, “ecotomografo ginecologico fascia alta”.

Solo in un caso non c’è sovrapposizione: lotto 1 gara di Lecce.

Con tutte queste similitudini, il gioco del “trova le differenze” diventa sempre più difficile e trovare giustificazioni al bando in autonomia sempre più facile.

Tanto tra giochi e pulsanti, a pagare sempre uno è: Pantalone.

 

FONTI E DOCUMENTI:

Delibera di aggiudicazione bando ASL LECCE ecografi

Delibera assegnazione CONSIP ad ASL di LECCE 1137

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