C’è crisi. La Provincia taglia gli affitti, ma tiene gli sprechi

Lecce. Con delibera di Giunta Gabellone decide di rinnovare il contratto d’affitto per l’appartamento del direttore di Telerama, Mauro Giliberti. Dice di risparmiare tagliando l’affitto del progetto ‘Libera’. Ma è pagato dal Ministero

LECCE – La Giunta ha approvato due giorni fa il bilancio di previsione per il 2011 e il presidente Gabellone ha affermato che “non fa piacere chiedere sacrifici ai nostri concittadini”, né “informarli delle difficoltà in cui versiamo”. Con un disavanzo di quasi sei milioni di euro la situazione dei conti della Provincia è tutt’altro che rassicurante. Bisogna darci giù coi tagli, stringere la cinghia, provare ad alienare i gioielli di famiglia. Le alienazioni previste entro il 2013 sono pari a 16 milioni. Fin qui i buoni propositi. Poi, stando ai fatti, è come se il buon padre di famiglia, trovandosi in rosso coi conti della spesa, tagliasse sul pane da dare ai figli, continuando a comprare caviale. Prendiamo per esempio la delibera di giunta del 18 maggio (dg n.109): l’obiettivo della delibera è la ricognizione della logistica degli immobili provinciali in proprietà e in locazione con la “finalità del contenimento della spesa pubblica e l’ottimizzazione logistica degli immobili provinciali destinati a sedi istituzionali, ad uffici e a centri di servizi da erogare ai cittadini e agli immigrati”. Bene, se si deve contenere la spesa sugli affitti logica vuole che si tagliano le voci di costo maggiore e soprattutto gli sprechi. Invece la Giunta decide di tagliare le voci di costo minori, ossia quella di palazzo Colonna, per il cui affitto la Provincia spende 22.600 euro l’anno e quella del progetto “Libera”, il cui affitto alla ditta “Costruzioni e restauri” costa 17.280 euro l’anno. Si tratta del progetto, nato nel 2000, che tutela le vittime della tratta e dei reati di riduzione o mantenimento in schiavitù o in servitù a scopo di sfruttamento sessuale, lavoro forzato, sfruttamento lavorativo, impiego in attività illegali, accattonaggio. Il progetto “Libera” offre percorsi di assistenza e protezione sociale, tutela dai rischi e ritorsioni connessi all'uscita dallo sfruttamento, concrete opportunità di inserimento e di integrazione sociale e lavorativa. E’ un progetto di eccellenza a livello europeo, preso come “best practice”, migliore pratica dai centri antiviolenza e di tutela di mezza Europa. Collabora con la Procura e le Forze dell’ordine per la denuncia dei carnefici e la tutela e il reinserimento delle vittime, che vengono accolte in ‘case protette’ segrete. La Provincia poi, nella stessa delibera, taglia il costo di affitto delle sede dello Sportello per gli immigrati, in viale Marche: si passa da 79.292,65 a 65.000 euro, e la Giunta delibera di rinegoziare la cifra con il proprietario. Si tratta di un vecchio contratto di affitto che Gabellone ha ereditato da Pellegrino e Pellegrino da Ria. Da bozza di contratto allegato alla delibera, apprendiamo che l’appartamento è di proprietà della madre del direttore del telegiornale di Telerama, Mauro Giliberti e che gli accrediti arrivano direttamente sul conto corrente a lui intestato. E’ un appartamento enorme, di 820 metri quadrati, che per la maggior parte del tempo, per tutti questi anni, è risultato quasi del tutto inutilizzato. Oltre mezzo milione di euro, speso finora: utilizzata solo una stanza per lo sportello degli immigrati, aperto tre mezze giornate a settimana. Poi ci sono le due stanze date alla Federcasalinghe, che sono presenti mezza giornata il martedì; poi c’è il Csv Salento, che occupa, ma non tutti i giorni, altre due stanze; infine una stanza per il Cir, Centro italiano rifugiati. Almeno cinque stanze, praticamente oltre la metà dell’intero immobile, per tutti questi anni, sono rimaste inutilizzate e le altre usate a metà. In ogni caso, è stata usata un’unica stanza per servizi pubblici ai cittadini, quella appunto dello Sportello peri diritti degli immigrati. Perché dunque rinnovare, oggi, un contratto che poteva essere rescisso, in quanto giunto a conclusione? Perché per esempio non si trasferiscono gli uffici (quell'unica stanza) del Centro per gli immigrati nelle stanze delle Benedettine, che la Provincia ha a disposizione gratuitamente, avendole completamente recuperate a sue spese e che oggi sono vuote? La Provincia decide invece di rinnovare il contratto, tagliando un po’, facendolo passare da 79mila a 65mila euro. Quando logica vorrebbe che quell’unica stanza usata tre mezze giornate a settimana, dove è sede un ufficio provinciale (le altre sono state date in comodato ad associazioni), fosse trasferita in un altro posto. Di fatto, per quell’unica stanza la Provincia finora ha pagato oltre mezzo milione di euro. Perché? Forse perché (leggiamo nell’inventario allegato al primo contratto), si trattava di un appartamento rifinito e arredato con mobili antichi, tappeti persiani, quadri ottocenteschi e vasi cinesi. Certamente necessari per una sede di rappresentanza degna di un Prefetto, minimo. Ora i tappeti non ci sono più ma tutto il resto sì e vale 54.172 euro l’anno, più o meno quanto la Questura paga alla Provincia per l’intero enorme immobile su più piani dove hanno sede gli uffici di viale Otranto. Facendo il confronto sui soldi incassati per metro quadro dalla Questura e quelli spesi per l’appartamento di viale Marche, è come voler paragonare la notte con il giorno. E veniamo al presunto risparmio che l’Ente otterrebbe trasferendo il progetto “Libera”. Presunto, perché l’affitto è a carico del Ministero delle pari opportunità. Infatti il progetto “Libera percorsi” per il 2011 costerà 123.750 euro, di cui 99mila arrivano sonanti dal Ministero e 24.750 dalla Provincia di Lecce, ma in personale che viene dislocato sul progetto. Poi c’è il progetto “Libera” , arrivato all’undicesima annualità: dal luglio 2010 al luglio 2011 il progetto riceve 179.928,57 dal Ministero e 53.978,57 in personale, dalla Provincia. Nessun concreto esborso da parte dell’Ente guidato da Gabellone, dunque, solo spese in personale, che viene dislocato da una mansione ad un’altra per contribuire alla buona riuscita del progetto. Nessun esborso, nessun risparmio concreto, va da sé. Ma nella delibera, nero su bianco leggiamo: “Che l’Ufficio Patrimonio, dopo detta ricognizione, ha operato sui fitti passivi un risparmio annuo a valere sui prossimi bilanci dell’Ente di euro 54.172,65 e precisamente: – euro 22.600,00 per cessata locazione Palazzo Colonna – euro 17.280,00 per cessata locazione via Manfredi – euro 14.292,65 per canone rinegoziato di viale Marche Totale risparmio – euro 54.172,65 a valere sui prossimi bilanci Contattata la responsabile del progetto Libera, Ines Rielli, ha dichiarato di non essere finora a conoscenza né della delibera né di aver mai visionato il lussuoso appartamento della famiglia di Giliberti e quindi di non essere in grado di esprimere un giudizio sulla compatibilità dei locali con le esigenze di un Centro di tutela per le vittime di tratta: doppio ingresso per eventuali fughe improvvise in caso di emergenze ed episodi di persecuzione, stanze riservate ai colloqui con le vittime, ingresso a piano terra e accessibilità agevolata, vicinanza con tutte le sedi delle Forze dell’ordine e la Procura, riservatezza degli uffici, che non devono essere riconoscibili, non devono avere una targa all’esterno, non devono avere a in condivisione con altri. Se questa è la strategia del buon padre di famiglia, buon caviale a tutti.

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